LA DECISIONE
TREVISO Rimangono in carcere i quattro profughi arrestati nei giorni

Giovedì 27 Agosto 2020
LA DECISIONE TREVISO Rimangono in carcere i quattro profughi arrestati nei giorni
LA DECISIONE
TREVISO Rimangono in carcere i quattro profughi arrestati nei giorni scorsi all'ex caserma Serena. Il gip Marco Biagetti ha infatti respinto la richiesta dei legali degli immigrati, gli avvocati Barnaba Battistella, Roberto Uliana, Marco De Boni e Gianluca Longo, con cui si chiedeva la revoca o la mitigazione della misura di custodia cautelare. I quattro richiedenti asilo (Amadou Toure, gambiano di 26 anni, Mohammed Traore, maliano di 25 anni, Chaka Outtara, ivoriano di 23 anni, e Abdourahmane Signate, 31enne senegalese) il 12 giugno scorso avevano impedito ai 13 operatori di uscire dalla guardiola dove avevano cercato riparo dopo le escandescenze dei rivoltosi. Alcuni sanitari erano stati scaraventati a terra. Fra le persone che sono state minacciate c'era anche la dottoressa Anna Pupo del servizio igiene e sanità pubblica dell'Usl della Marca. Durante le fasi di intervento delle forze dell'ordine avevano lanciato sassi e oggetti contundenti, compresa una bicicletta; inoltre, una volta portati fuori coloro che erano stati sequestrati, alcuni richiedenti asilo, tra cui gli arrestati, si erano dati ad atti di devastazione e saccheggio nei locali della struttura, distruggendo arredi e computer oltre al vetro di un distributore di generi alimentari.
LE INDAGINI
Le indagini, condotte dal pubblico ministero Anna Andreatta, avevano disposto la custodia cautelare per quattro richiedenti asilo, sui quali ora pende l'accusa di sequestro di persona, devastazione e saccheggio in concorso. Due degli arrestati, il 25enne del Mali e il 23enne della Costa d'Avorio, sono stati fermati in caserma nei loro alloggi, mentre il 31enne senegalese, allontanatosi nel frattempo dalla caserma, è stato rintracciato sul territorio, sempre in provincia di Treviso. Al 25enne gambiano invece l'ordinanza di custodia cautelare è stata notificata direttamente in carcere: il primo agosto era stato infatti arrestato, in flagranza di reato, dopo aver devastato l'infermeria dell'ex Serena e aver aggredito tre sanitari. «L'istanza - scrive il gip - non può essere accolta atteso che dall'applicazione delle misure non sono intervenute modifiche del quadro indiziario che avevano giustificato l'applicazione della stessa. Il comportamento processuale degli imputati - prosegue Biagetti - non fa emergere elementi che possano fornire adeguate garanzie circa il rischio di reiterazione delle condotte criminose. Pur preso atto dello stato attuale di incensuratezza, i fatti contestati appaiono di elevata gravità, anche in relazione allo stato di emergenza sanitaria nel contesto del quale sono state poste in essere le condotte e nel contempo non sono stati forniti elementi concreti e rassicuranti circa l'attuale posizione lavorativa e abitativa».
IL GIUDIZIO
«Hanno dimostrato - conclude il giudice - scarsissima propensione al rispetto delle regole nonostante la loro situazione e le protezioni e gli aiuti prestati per la permanenza e la regolarizzazione all'interno dello Stato e della comunità». Nel frattempo ieri pomeriggio, proprio all'ex caserma Serena, sono stati effettuati i tamponi di controllo da parte dell'Usl su 111 migranti, che si sono presentati tutti, e su 18 operatori. Non si è registrato il minimo problema e le procedure si sono svolte nei tempi stabiliti. Oggi gli esiti.
Denis Barea
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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