La crisi delle èlite e i leader usa e getta

Mercoledì 26 Settembre 2018
Alessandro Campi

Ciò che il fronte populista teme di più, per il futuro delle democrazie, è lo strapotere delle élite (economico-finanziarie e d'altro tipo): talmente forti da orientare le scelte politiche fondamentali a misura dei propri interessi e senza tenere conto della volontà dei cittadini. Da qui l'idea che esse siano non un esempio da seguire, come nel passato, quando appunto si pensava che le élite rappresentassero una sorta d'avanguardia della società alla quale appartenevano i più meritevoli e capaci, ma una minaccia da neutralizzare, essendo nel frattempo divenute un blocco chiuso e autoreferenziale che si batte solo per accrescere il proprio potere.
Ciò che la sinistra socialdemocratica e liberale considera letale per il futuro delle democrazie occidentali è invece l'affermarsi di leadership politiche sempre più solitarie, assolute e pericolosamente inclini all'autoritarismo. Nel vuoto creato dalla crisi dei partiti politici e degli altri organismi di rappresentanza collettiva, le decisioni politiche che contano sembrano dipendere sempre più dalla volontà di singoli capi politici, la cui forza non è rappresentata solo dai voti che raccolgono nelle elezioni in virtù dei loro programmi, ma dal consenso popolare che riescono a costruire grazie a un uso spregiudicato e manipolatorio dei nuovi strumenti di comunicazione di massa. (...)
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