LA CONFESSIONE
ODERZO «L'ho fatto per alleviare le sofferenze di un padre

Mercoledì 15 Novembre 2017
LA CONFESSIONE
ODERZO «L'ho fatto per alleviare le sofferenze di un padre malato». Consegnandosi ai carabinieri di Bologna ai quali ha reso una confessione choc, Carlo Frisiero, il 44enne di Oderzo sottoposto a fermo di polizia sabato notte dalla Procura emiliana, ha spiegato di aver ucciso suo padre Nino Luciano Frisiero, 77 anni, come gesto di pietà. La morte dell'anziano, ex agente di commercio poi titolare di alcuni negozi di alimentari tra Bibione e Lignano, all'epoca dei fatti, 14 mesi fa, non venne seguita da alcuna inchiesta: i medici stabilirono che il decesso sopraggiunse per cause del tutto naturali. Ma i sensi di colpa avrebbero giocato un ruolo determinante, spingendo Carlo Frisiero, che si trovava a Bologna dove l'indomani avrebbe dovuto prendere un volo internazionale, a vuotare il sacco: «Mio padre non è morto per cause naturali -ha detto- L'ho ucciso soffocandolo durante il pasto».
IL PASTO LETALE
Luciano Frisiero era molto malato. Si era lasciato completamente andare quando perse la moglie, stroncata da un tumore. Non voleva assistenza di alcun tipo, né dai due figli né dagli altri familiari. E aveva perso peso, molto peso. Tanto da non poter più a mangiare solidi: non riusciva a deglutire. Il 24 settembre 2016 suo figlio Carlo, laureato in Psicologia a Padova ma da sempre giramondo per lavoro, era a casa con lui a Oderzo. E gli ha preparato un pasto letale. «Di solito gli servivo delle pietanze liquide -ha raccontato sabato sera ai carabinieri- ma quel giorno ho fatto una mistura diversa: volevo che si soffocasse». E così è stato. Luciano non è riuscito ad inghiottire il boccone e, senza respiro, è morto in pochi secondi. Il suo decesso improvviso, viste le precarie condizioni di salute, non fece scalpore e non destò alcun sospetto. Ma nel cuore di Carlo, a quanto pare, si aprì una profonda ferita, segreta fino a pochi giorni fa.
IL FERMO
Al termine della deposizione, sabato notte, Carlo Frisiero è stato sottoposto a fermo di polizia dai carabinieri di Bologna Centro. L'attendibilità delle sue dichiarazioni, concesse in un momento di scarsa lucidità provocata dal profondo stato di stress, è ancora tutta da verificare. Ma non poteva passare inosservato un altro dettaglio. Il 44enne non era arrivato al cospetto delle Due Torri per caso: aveva preso un biglietto aereo per la Turchia. La partenza sarebbe stata proprio domenica e avrebbe dunque potuto espatriare. Qualcosa lo ha fermato prima della fuga spingendolo a consegnarsi alle forze dell'ordine.
LA CONVALIDA
Ieri mattina davanti al giudice per le indagini preliminari di Bologna Rita Zaccariello Carlo Frisiero, difeso dagli avvocati Guido Pollicoro e Maria Antonietta La Sala, non ha aperto bocca e si è avvalso della facoltà di non rispondere. Com'era stato un fiume in piena poche ore prima in caserma, così si è chiuso nel silenzio davanti al magistrato, che ha convalidato il fermo e disposto l'applicazione della misura cautelare in carcere. Ora tutte le sue dichiarazioni, rese spontaneamente ai militari dell'Arma, dovranno essere verificate. Un compito non facile per gli investigatori considerato il tempo trascorso dalla morte di Nino Luciano, più di un anno fa, e l'inattesa confessione di suo figlio Carlo. Dovrà inoltre essere chiarito se qualcun altro fosse a conoscenza di quanto accaduto realmente, e se alla base del presunto omicidio non vi siano state altre motivazioni, personali o economiche.
Alberto Beltrame
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