L'OPERAZIONE
TREVISO Saranno state le sfuriate del governatore Zaia, o più

Sabato 23 Maggio 2020
L'OPERAZIONE
TREVISO Saranno state le sfuriate del governatore Zaia, o più probabilmente l'altissimo numero di agenti impiegati nei controlli. Fatto sta che la partenza del primo weekend dopo il lockdown è filata via liscia. La serata di ieri insomma è stata ben diversa dalla notte di lunedì, quando l'allentamento delle restrizioni è suonato come un vero e proprio liberi tutti e quando, soprattutto i giovani, ci hanno dato dentro tra spritz, assembramenti, distanze ridotte sotto il metro e mascherine inesistenti. Per verificare la situazione abbiamo seguito una delle tre squadre che la polizia municipale impegnata ogni giorno per presidiare i locali più in delle movida trevigiana. «È un compito difficile - spiega uno degli agenti - perché bisogna avvicinare i ragazzi e dire che quello che si poteva fare tre mesi fa oggi invece è vietato. Ma contiamo soprattutto sul senso di responsabilità dei clienti dei bar e sappiamo che le scene che si sono viste lunedì non si ripeteranno più».
IL VIAGGIO
Si parte da Piazza dei Signori, cuore della Treviso che si risveglia con il calar del sole. Qualcuno sta seduto ai Soffioni, ed è da lì che comincia il nostro giro di controllo del galateo da coronavirus di cui solo cinque giorni fa la gran parte si è fatta beffa. «Scusi, voi siete conviventi?» è la domanda che scatta per prima. Già, la questione dei congiunti, quelli che la disposizione di stare almeno a un metro possono tranquillamente non rispettarla. «Sì, noi viviamo insieme» dicono due ragazze che però si mettono la mascherina in faccia, giusto per non sbagliare anche se sarebbero sedute al tavolo e, consumazione alla mano, non dovrebbero tenerla. Alla Cantinetta Venegazzù c'è, come promesso, il buttafuori che vigila e controlla. L'idea ha fatto breccia e praticamente tutti ne hanno uno che vigila e controlla, soprattutto sulle distanze. Come al Bacaro San Michele. «Ci sono strade a Treviso - spiega il titolare - in cui basta poco per far sembrare l'incrocio di persone come un assembramento. Ho visto una famiglia che si è incontrata con dei conoscenti qui nel vicolo, è bastato che passasse un po' di gente e addio distanziamento. Il problema - continua - sono i ragazzi più giovani. Noi in fin dei conti abbiamo una politica dei prezzi che li tiene lontani, ma dove possono bere un calice di prosecco a un euro la situazione precipita in fretta, in proporzione ai bicchieri bevuti. È alle dieci o a mezzanotte che dovreste venire a vedere, quando sono pieni non li ferma nessuno. Noi abbiamo fatto ricorso a personale esterno, del resto o io rimango in cucina o mi metto qua fuori a controllare».
GLI AVVERTIMENTI
Il giro dei controlli scorre via senza multe, del resto alla vista dell'uniforme della polizia locale tutti s'infilano la mascherina. «La zona di Santa Maria dei Battuti - spiega un agente - è una di quelle su cui ci è stato chiesto di vigilare con più attenzione, non tanto per i locali presenti quanti per la rosticceria cinese, dove spesso si sono creati degli assembramenti». Passiamo, ma di persone ammassate a meno di un metro neanche l'ombra. Il giro ci porte verso la zona di Sant'Agostino. La pattuglia incrocia un paio di persone senza mascherina. «Mi scusi agente - spiega uno - mi sono allontanato per respirare un po». «Sto andando a prenderla - dice un altro - mi si è rotta, se non ci credete venite a controllare». Insieme a noi, nella zona di Porta San Tomaso, gira una macchina della polizia e due dei carabinieri. «Stasera siamo fuori tutti - commenta uno degli agenti della squadra di polizia locale - e questa è zona loro». Tutto bene al Bottegon e nei locali intorno. Quindi chiudiamo il giro con il chiosco sulle mura. «Scusate, ma cosi vicini e senza mascherina non potete stare» è l'intimazione fatta a un gruppo di ragazzi, decisamente troppo vicini. «La gente stasera si sta comportando bene - è però la tesi di Alberto Zoppè, il titolare - niente a che vedere con quello che è successo lunedì. Quella è stata una giornata che non dimenticheremo ma credo che alla fine i nostri clienti lo abbiamo capito che non si può fare così. È stupido e significa vanificare tutti gli sforzi fatti».
Denis Barea
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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