L'INTERVENTO
ROMA Scattano i poteri speciali del governo su Telecom. Si tratta

Martedì 17 Ottobre 2017
L'INTERVENTO ROMA Scattano i poteri speciali del governo su Telecom. Si tratta
L'INTERVENTO
ROMA Scattano i poteri speciali del governo su Telecom. Si tratta della prima tranche, quella che riguarda i settori della difesa e della sicurezza nazionale del gruppo tlc (ex articolo 1 delle norme sul golden power). Sostanzialmente due le «prescrizioni e condizioni» indicate nel provvedimento recapitato a Vivendi e alle società del gruppo Telecom, considerata «la minaccia di grave pregiudizio per gli interessi essenziali per la difesa e la sicurezza nazionale». Da una parte il governo ha diritto a sorta di placet, cioè una «valutazione» sui «requisiti di idoneità di un componente del cda di Tim con delega «esclusiva» sulla «sicurezza», che dovrà essere italiano e «munito di idonea abilitazione di sicurezza personale (NOS). Al consigliere garante sarà poi affidata la responsabilità su una unità organizzativa ad hoc e «indipendente» , «un'organizzazione di sicurezza» da creare (e questa è la seconda prescrizione) con tanto di funzionario a valle scelto in una terna di nomi proposti dalla Presidenza del consiglio». Non solo. Un consigliere italiano con i requisiti e il placet del governo dovrà essere sia in Sparkle, sia Telsy. Infine, tutte e tre le società dovranno «informare preventivamente» per eventuali decisioni «strategiche» sulle attività in questione. E comunque i data center strategici dovranno rimanere in Italia. A controllare il rispetto dei paletti ci sarà un «Comitato di monitoraggio» presso la Presidenza del consiglio, è scritto nello stesso provvedimento, che riferirà poi al Comitato sul golden power. A questo punto Tim ha tempo 90 giorni per adeguarsi, come ha spiega ieri anche una nota della stessa società, tenuta anche a «trasmettere una relazione sulle misure adottate». Non si può certo dire che il provvedimento non sia «equilibrato e non punitivo» come aveva promesso il ministro dello Sviluppo, Carlo Calenda. E del resto è la stessa Tim a considerare «parte delle misure» indicate dal governo su «governance e organizzazione» già cosa fatta: «sono già stata implementata dalla società», è scritto nel comunicato. Evidentemente, il riferimento di Tim è alla figura garante di Giuseppe Recchi, attuale vicepresidente del gruppo con deleghe sulla sicurezza.
Fin qui, come detto, è il capitolo difesa-sicurezza. Rimane aperto però il secondo dossier che chiama in ballo il golden power, e cioè il settore comunicazione, che coinvolge il nodo della rete di accesso del gruppo Telecom. Su questo fronte i tempi di valutazione del comitato sul golden power e del governo stesso saranno ben più lunghi. Non solo perchè l'eventuale societarizzazione della rete rappresenta un tema complesso, di cui si parla da anni senza essere approdato a una soluzione. Ma anche perchè lo stesso ministro Calenda ha fatto sapere di aver interpellato l'Agcom in merito.
Dunque, se è certo che la rete è considerata «strategica» dal governo, è ancora presto per dire come andrà a finire. Un passaggio importante potrebbe essere l'incontro dello stesso ministro, venerdì, con il neo ad della società controllata da Vivendi, Amos Genish. Un primo scambio sulla questione e un'occasione per Genish per spiegare la nuova strategia di Telecom, tra la rotta verso la Digital Telco e la convergenza. Da parte sua Calenda ribadirà la linea tenuta finora. «È superiore interesse nazionale, avere una rete neutrale», aveva ribadito soltanto due giorni fa il ministro pensando alla via della separazione delle due società. Dovrebbe, insomma, nascere una Tim che si occupa solo di servizi, e una Tim che gestisce la rete di trasmissione telefonica. «La proprietà può essere anche la stessa purché si rispettino determinate norme», ha chiarito Calenda.
Il blitz del governo sul golden power sarà al centro dell'informativa al prossimo cda straordinario di Tim convocato per venerdì 20, a valle del vertice tra Genish e Calenda. Il board dovrebbe anche prendere una delibera per la definizione della joint venture con Canal + tendente a dare concretezza al progetto di convergenza tra telco e media. Dopo il primo ok del cda del 28 settembre, ci sarà da ratificare il term sheet trasformato in un piano industriale previo nuovo esame del comitato controllo e rischi che, la volta scorsa, aveva deliberato con il voto contrario di Lucia Calvosa e Francesca Cornelli.
Roberta Amoruso
e Rosario Dimito
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