«L'ho uccisa io. Mi voleva lasciare». È crollato ieri mattina L.

Giovedì 14 Settembre 2017
«L'ho uccisa io. Mi voleva lasciare». È crollato ieri mattina L.
«L'ho uccisa io. Mi voleva lasciare». È crollato ieri mattina L. M., 17 anni, fidanzato di Noemi Durini, la 16enne di Specchia (Le) di cui non si avevano più notizie da domenica 3 settembre. Ieri l'epilogo. Drammatico, repentino, ma per certi versi atteso. Poche erano le speranze di ritrovare Noemi viva. E quelle speranze si sono definitivamente frantumate nelle campagne dell'estremo lembo del Salento, poco prima di Santa Maria di Leuca. È qui che è stata uccisa Noemi. Qui il suo corpo è stato nascosto. Poi per dieci giorni il 17enne ha cercato di allontanare da sé ogni sospetto. Invano. Ora è indagato con l'accusa di omicidio volontario e, in concorso col padre, occultamento di cadavere.
La notizia della confessione è stata comunicata alla mamma di Noemi mentre lei e l'altra figlia si trovavano nella Prefettura di Lecce per partecipare a un vertice con gli inquirenti e per incontrare poi i giornalisti. Tutto saltato con l'improvvisa accelerazione delle indagini. La mamma si è sentita male: è stato necessario l'intervento di un'ambulanza, che l'ha poi portata nella sua casa di Specchia.
La sorella della ragazza, invece, è stata accompagnata sul luogo del ritrovamento. «Lo sapevate tutti e non avete detto niente» ha urlato in lacrime. Un atto d'accusa pesantissimo, non solo nei confronti dell'assassino, ma di un'intera comunità. Noemi avrebbe potuto salvarsi se solo si fosse prestata un po' di attenzione in più ai segnali venuti fuori negli ultimi mesi, agli episodi di violenza e soprusi che la ragazzina sarebbe stata costretta a subire ad opera del suo fidanzato. Probabilmente è per questo che aveva deciso di troncare la relazione. E per questo ha pagato con la vita.
Le campagne tra Castrignano del Capo e Leuca, in località San Giuseppe, da quella domenica hanno nascosto il corpo di Noemi in una radura tra ulivi, fichi d'india e muretti a secco, un po' in disparte rispetto alla strada. Ieri quella zona è stata presa d'assalto dagli investigatori, indirizzati dallo stesso autore dell'omicidio, in cerca di tracce utili alle indagini, oltre che del cadavere della ragazzina. Il corpo era parzialmente nascosto sotto alcuni massi. I nastri bianchi e rossi messi a protezione del punto del ritrovamento hanno tenuto alla larga le decine di curiosi che si sono riversati sul posto. Un primo esame da parte del medico legale Roberto Vaglio ha permesso di stabilire che Noemi è stata colpita alla testa con un oggetto pesante. Una pietra, molto probabilmente. Poi, ormai senza vita, è stata abbandonata lì, con alcuni massi a farle in parte da scudo. Quasi sepolta. Le indagini hanno rivelato come tutto sia accaduto quella stessa domenica.
L'improvvisa svolta nell'inchiesta è stata resa possibile dal lavoro certosino dei carabinieri del Nucleo investigativo di Lecce e dai colleghi della stazione di Specchia. La raccolta di informazioni sul contesto in cui è maturata la scomparsa della 16enne ha permesso agli investigatori di mettere il fidanzato con le spalle al muro. A rappresentare il punto chiave nell'inchiesta è però il video di una telecamera di sorveglianza installata in una villa nei pressi della casa di Noemi, che ha ripreso la ragazzina allontanarsi in auto con il fidanzato, all'alba del 3 settembre. Lui si è contraddetto più volte a proposito di quella mattina. Ha inizialmente negato di aver visto Noemi; poi ha ammesso di essere passato a prenderla con la Fiat 500 del padre, ma di averla lasciata pochi minuti dopo nei pressi del campo sportivo. Infine, di fronte alle pressioni degli inquirenti, è crollato, confessando l'omicidio. E alla luce delle indagini, quel che è accaduto dopo quell'incontro alle 5 del mattino è facilmente intuibile: i due avrebbero cominciato a discutere, mentre lui si dirigeva verso il Capo di Leuca. Ci sono una ventina di chilometri tra la casa di Noemi e il luogo del ritrovamento del cadavere. Forse i due hanno continuato a discutere, a litigare. Poi l'epilogo violentissimo: il colpo in testa, l'occultamento del corpo, il ritorno a Montesardo, dove lui risiede. E il silenzio, per dieci lunghi giorni, mentre tutto il Salento cercava Noemi.
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