L'EMERGENZA
TREVISO Il virus del West Nile arriva anche nella Marca. Una donna

Sabato 28 Luglio 2018
L'EMERGENZA
TREVISO Il virus del West Nile arriva anche nella Marca. Una donna di 50 anni, che abita nella parte orientale della provincia di Venezia, è stata ricoverata nell'unità di Malattie infettive del Ca' Foncello per una meningoencefalite causata dal virus diffuso dalle zanzare. Sono in corso esami più approfonditi. La certezza matematica arriverà questa mattina. Ma già ieri pomeriggio i medici non avevano dubbi. Le condizioni cliniche della donna sono precarie. Non è entrata in Terapia intensiva. Il quadro, però, è estremamente delicato. Potrebbe peggiorare da un momento all'altro.
IL TIMORE
Il rischio più grosso è che la 50enne possa riportare danni neurologici permanenti. L'equipe del primario Pier Giorgio Scotton ha già avviato la terapia di supporto. Il monitoraggio è costante: fondamentali le prossime ore. Il nuovo caso di West Nile, il primo emerso nella Marca da 2 anni a questa parte, che si somma ai dieci, recenti, registrati nelle altre province del Veneto. E l'allerta si allarga. La donna ricoverata a Treviso ha trascorso le ultime settimane in vacanza a Eraclea. È possibile, ma non scontato, che il contagio si avvenuto lungo il litorale. Per questo il servizio di sanità pubblica sta valutando se ordinare una nuova disinfestazione contro le zanzare in quella zona. Ad oggi la prevenzione è l'unica arma possibile contro il virus, pwer ridurre il rischio contagio. Il virus del West Nile ormai è endemico anche in questo territorio. Viene trasmesso all'uomo dalle zanzare comuni (tipo culex). Mentre non si trasmette da persona a persona. Dal momento della puntura di una zanzara infetta, la malattia ha un periodo in incubazione che può variare da una a due settimane. Nella maggior parte dei casi non dà problemi. Molti non si accorgono nemmeno di essere stati contagiati. In altri, invece, emergono febbre, mal di testa, nausea, sfoghi cutanei e linfonodi ingrossati. Si può confondere con una sindrome influenzale. Nei casi più gravi (uno su mille) il virus può arrivare a causare un'encefalite. Proprio come capitato con la 50enne ricoverata al Ca' Foncello. E l'infiammazione può essere letale. Non esistono vaccini e non esistono trattamenti specifici. C'è solo la prevenzione. Che consiste nel ridurre la possibilità di essere punti da zanzare infette.
I CONTROLLI
L'Usl della Marca ha già avviato controlli mirati. L'istituto zooprofilattico ha individuato a Motta e Preganziol alcune zanzare positive al virus del West Nile. Qui la disinfestazione è già stata ripetuta. Ma non si può abbassare le guardia nemmeno negli altri territori. Il virus non si veniva registrato nel trevigiano da un paio d'anni. L'anno scorso non era stato registrato nessun caso. Nel 2016, invece, ce n'erano stati una decina. L'andamento non è regolare. Dipende dalla concentrazione delle zanzare. Dalla Regione predicano prudenza. «La situazione legata alla presenza in alcune parti del Veneto di focolai di zanzare portatrici del West Nile non desta allarme spiega Luca Coletto, assessore regionale alla Sanità . È un fenomeno che si presenta da anni, favorito in estate dal clima caldo e umido. Il sistema sanitario e i Comuni stanno collaborando e la decina di casi di contagio umano fin qui registrati sono la dimostrazione che, dal punto di vista clinico, la capacità di diagnosi e conseguentemente di cura dei nostri ospedali è massima. La rete di monitoraggio, i controlli e gli interventi in caso di necessità sono tutti attivati conclude è attivo il piano regionale di sorveglianza integrata. I dipartimenti di prevenzione sul collaborano con i Comuni, nei pronto soccorso e nei reparti ospedalieri l'eventualità che determinati sintomi possano essere ricondotti alla West Nile è attentamente considerata e, al minimo dubbio, si fanno gli esami e si erogano le cure necessarie. Ci tengo si sappia, perché la popolazione non venga inutilmente allarmata».
M. F.
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