L'emergenza sbarchi

Martedì 22 Gennaio 2019
LA GIORNATA
PARIGI «Dichiarazioni inaccettabili, aggressive e false»: Parigi risponde a Luigi Di Maio. E la risposta è dura, comunicata personalmente all'ambasciatrice d'Italia Teresa Castaldo, convocata ieri pomeriggio al ministero per gli Affari Europei. Ma Di Maio non s'impressiona, anzi rilancia le critiche alla Francia «coloniale». «La Francia è uno di quei paesi che stampando moneta per 14 stati impedisce lo sviluppo e contribuisce alla partenza dei profughi», ha ridetto Di Maio ieri sera, riprendendo il filo del suo j'accuse di domenica contro il Cfa, moneta erede del franco coloniale.
Questa volta la Francia non segue la regola aurea di non rispondere agli attacchi che arrivano dal governo d'oltralpe, di derubricarli a «dichiarazioni a fini di politica interna». Il low profile francese ha retto fino a una decina di giorni fa, quando Di Maio aveva dato il suo pubblico sostegno al movimento dei Gilets Jaunes («non molate») e Matteo Salvini aveva accusato Emmanuel Macron di governare «contro il suo popolo». «No comment» aveva sostanzialmente risposto l'Eliseo. Ieri, invece le risposte sono arrivate.
QUAI D'ORSAY
Già domenica sera dal Quai d'Orsay avevano commentato in via informale con un «è tutto falso» le dichiarazioni di Di Maio sulla Francia che «finanzia il suo debito» con il Cfa. Ieri è partita la mossa ufficiale: l'ambasciatrice Teresa Castaldo è stata convocata dal direttore di gabinetto della ministra per gli Affari Europei Nathalie Loiseau. La ministra era impegnata fuori, e hanno deciso di non aspettare che tornasse, che anche il direttore di gabinetto Gael Veyssière poteva trasmettere il messaggio all'Italia. «È stato comunicato che le dichiarazioni del ministro Di Maio sono inaccettabili hanno fatto sapere fonti diplomatiche che sono dichiarazioni aggressive, violente, e che non è la prima volta. E' grave: si tratta di membri del governo. Convocare un ambasciatore è un atto forte». Poco prima, fonti diplomatiche francesi facevano sapere che «queste dichiarazioni da parte di un'alta autorità italiana sono ostili e senza motivo visto il partenariato tra Francia e Italia in seno all'Unione Europea».
Ma per Di Maio il partenariato europeo e le relazioni diplomatiche c'entrano poco: «Non è un caso diplomatico, io credo sia tutto vero», ha ripetuto ieri per chi non avesse ancora capito bene, commentando la convocazione dell'ambasciatrice. «Se l'Europa in questo momento vuole avere un po' di coraggio ha anzi rincarato la dose il ministro deve avere la forza di affrontare il tema della decolonizzazione. Guardiamo in faccia anche le cause, non solo gli effetti dell'emigrazione. Ci sono autorevoli economisti in tutto il mondo che ne parlano. Noi abbiamo solo acceso un faro su una verità». Di Maio ha ripuntato il dito contro «gli Stati come la Francia che impediscono lo sviluppo e contribuiscono alla partenza di uomini che muoiono nel Mediterraneo».
Dall'Europa però per il momento non sembra arrivare il coraggio che Di Maio invoca. «Alcune dichiarazioni vengono fatte per uso nazionale, somigliano a provocazioni, perché il contenuto è vuoto o irresponsabile, per cui è preferibile evitare di cedere alla provocazione», ha tagliato corto il commissario europeo agli Affari economici Pierre Moscovici. «La qualità delle relazioni tra la Francia e l'Italia è importante ha aggiunto - mi auguro che si possa presto superare questa fase conflittuale che trovo negativa e priva di senso. Le provocazioni di solito squalificano chi le fa».
Francesca Pierantozzi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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