L'ATTESA
VIGONZA Un filo diretto tra la sorella di Luca e la sorella di Edith,

Martedì 8 Gennaio 2019
L'ATTESA VIGONZA Un filo diretto tra la sorella di Luca e la sorella di Edith,
L'ATTESA
VIGONZA Un filo diretto tra la sorella di Luca e la sorella di Edith, sperando che l'una possa portare buone notizie all'altra. Le famiglie Tacchetto e Blais restano unite dalla speranza. A separarle c'è un oceano, ma in queste ore stanno vivendo lo stesso identico dramma. Per questo negli ultimi giorni sono entrate stabilmente in contatto e, se le acque non dovessero smuoversi, presto potrebbero anche trovarsi di persona in Burkina Faso a farsi forza a vicenda.
Nunzio Tacchetto, intanto, passa le giornate aspettando notizie sul destino del figlio. «A Luca ed Edith dico di non scoraggiarsi mai e di affidarsi a Sant' Antonio da Padova». L'ex sindaco di Vigonza chiede anche a tutti di «contattare parenti, amici e conoscenti in Burkina Faso per cercarli». La speranza si basa su una convinzione: «Quei due ragazzi non possono essere spariti nel nulla».
Il contatto con la Farnesina è costante ma, almeno ufficialmente, non ci sono novità rilevanti sulle indagini. «Nessuno li ha visti dopo il 15 dicembre e la loro auto sparita nel nulla, di più davvero non sappiamo dire» conferma Nunzio.
Più passano i giorni e più potrebbero aumentare i cattivi presagi, ma il padre di Luca si dice convinto di una cosa sola: suo figlio e la ragazza non hanno mai lasciato il Burkina Faso. «È impossibile che lo abbiano fatto - garantisce -. Secondo il consolato italiano Luca ed Edith non hanno passato alcuna frontiera. Quindi, devono essere ancora in quel Paese».
L'ALTRA FAMIGLIA
«Nessuna novità». In Canada sempre più persone si stanno stringendo attorno alla madre Jocelyn, al padre Andre e alla sorella Melanie. Sempre più giornali locali ne parlano e alcuni deputati si sono interessati, ma di concreto non c'è ancora nulla.
«Dal 15 dicembre non abbiamo più tracce di Edith - racconta la sorella maggiore, che vive a Sherbrooke come la madre -. Le ricerche si stanno muovendo e il nostro cuore è pieno di speranza. La comunicazione con il governo del Canada è nettamente migliorata e siamo usciti dall'abisso burocratico grazie ad un vertiginoso aumento mediatico».
C'è spazio anche per un sentito e commosso ringraziamento ai connazionali, che continuano ad intasare ci commenti affettuosi e speranzosi la pagina Facebook Edith Blais et Luca Tacchetto: «Vi siete presi cura di loro per noi e oggi Edith e Luca sono diventati i figli di una nazione che non ha confini».
La stessa pagina Facebook in soli due giorni ha raccolto il mi piace di quasi cinquemila persone da ogni angolo del pianeta.
LE FOTO OVUNQUE
«Ho parlato con un uomo canadese in Burkina Faso che ha fatto delle ricerche per noi - aggiunge la sorella Melanie riferendosi all'imprenditore Patrick Gagnon -. Il nostro obiettivo, ora, è che le fotografie di Luca ed Edith vengano diffuse ovunque anche in Burkina Faso, in modo da fare una pressione sufficiente sulle autorità locali».
Anche la famiglia di Edith non vuol pensare alle ipotesi peggiori e scaccia quindi l'idea di un incidente fatale o di un omicidio. «Molto probabilmente - mormora Melanie facendosi forza - sono stati rapidi e bloccati in un piccolo villaggio». Un modo per dire che c'è ancora speranza.
La mamma, accanto a lei, tiene accesa la stessa fiammella: «Mi auguro che Luca ed Edith vengano ritrovati vivi e in buone condizioni. Abbiamo ricevuto varie segnalazioni di avvistamenti, non abbiamo idea se siano affidabili o no. Ma noi resistiamo». In quella zona del Canada il fuso-orario porta le lancette di sei ore indietro rispetto all'Italia, ma per la signora Jocelyn cambia ben poco. Impossibile riuscire a prendere sonno senza sapere che fine ha fatto la propria figlia.
G.Pip.
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