L'ATTESA
VENEZIA È previsto il diluvio, pioggia fitta dalla mattina alla

Domenica 22 Ottobre 2017
L'ATTESA
VENEZIA È previsto il diluvio, pioggia fitta dalla mattina alla sera, e vien da chiedersi quanto influirà il figlio di Ophelia nell'affluenza delle urne: la coda dell'uragano atlantico contribuirà a far disertare i seggi o, al contrario, favorirà l'affluenza visto che le gite fuori porta saranno bandite? È solo questione di quorum. Il referendum che oggi interesserà oltre quattro milioni teorici di veneti (teorici anche perché sono conteggiati i circa 330mila residenti all'estero che stavolta non potranno votare per posta) si gioca tutto su una percentuale. Quella dei votanti. E non solo per la validità della consultazione: è vero che è necessario che vada a votare il 50 per cento più uno degli elettori perché il referendum sia valido, ma se si raggiungesse quella soglia e ci fermasse lì, non sarebbe certo un successo. Significherebbe che per un veneto su due avere maggiore autonomia da Roma non sarebbe una priorità. Tanto che il governatore Luca Zaia ha già messo le mani avanti: con una percentuale attorno al 50-51 per cento, sarebbe lui per primo a chiudere il capitolo dell'autonomia. E guai a chiedergli se poi si dimetterebbe: «La mia carica non è in discussione, il referendum non l'ho voluto io ma il consiglio regionale, non è che se passa hanno vinto i veneti e se non passa perdo solo io»
GLI ATTACCHI
È così che anche la giornata di ieri tradizionalmente dedicata al silenzio, è stata monopolizzata da appelli al voto e al non voto. O da battute sferzanti, come quella dell'ex premier e leader del Pd Matteo Renzi: «I referendum? Se in questo momento se ne facesse un po' meno, sarebbe meglio: mi sentirei più rilassato». A favore il segretario della Lega Matteo Salvini, per il quale il referendum per l'autonomia in Lombardia e Veneto sarà «un'opportunità trasversale» per milioni di italiani, «al di là di razza, religione, partiti politici». Contro il ministro e vicesegretario nazionale Pd Maurizio Martina: «Solo propaganda leghista, chi vuole il federalismo vero poteva lavorare senza spendere 50 milioni di euro come è accaduto in Lombardia». Sulla stessa linea il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni: «Una vera truffa». «Se la devo dire tutta - ha commentato il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris - io più che dare autonomia alle Regioni la darei alle città». «Referendum inutili», ha tagliato corto la presidente della regione a statuto speciale Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, cui ha replicato il presidente dei deputati della Lega Massimiliano Fedriga: «Serracchiani parla di referendum inutili. Rimarca il suo concetto di democrazia: inutile dare voce al popolo. Questa sarebbe la presidente di una regione, questa persona dovrebbe rappresentare la nostra comunità. Fortunatamente la fine della consiliatura regionale è vicina e il Friuli Venezia Giulia si libererà di una delle peggiori amministrazioni di sempre». E c'è chi dal sì è passato all'astensione, come la consigliera regionale dem Alessandra Moretti: «Ho detto che sarei andata a votare? No, mi astengo». Anche la Cgil ha ribadito la contrarietà: «La richiesta di trattenere per sé il gettito erariale residuo prodotto rompe il patto costituzionale tra il centro e le Regioni, quello sociale tra i cittadini e avvia un processo di disgregazione che va respinto». Di «grande responsabilità» ha parlato il leader di Confindustria, Vincenzo Boccia: «Il referendum del Nord lo vediamo in una logica di grande responsabilità. Ci sembra che i toni non siano come quelli in Spagna, c'è una grande idea di questione nazionale».
GLI APPELLI
Uno dei pochi a restare in silenzio con giornali e agenzie di stampa, come imporrebbe la vigilia del voto, è stato il governatore del Veneto Luca Zaia che ha passato la giornata in famiglia, con gli amici e con alcuni collaboratori. Unica eccezione il profilo Facebook dove ha postato l'ultimo appello al voto: «Scriveremo una pagina storica per il Veneto. È stato fantastico, in questa campagna referendaria, sentire l'appoggio trasversale di tutti i veneti per l'autonomia, che è una esigenza e un diritto di tutti, non il privilegio di una parte politica». Anche il governatore della Lombardia, Roberto Maroni, ha affidato il suo ultimo appello a un post su Facebook: «Questa campagna apre prospettive esaltanti, ne sono certo, ma un risultato l'ha già ottenuto: far sapere a tutti che la Lombardia è davvero una regione speciale».
Al.Va.
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