L'ARTISTA
ALANO DI PIAVE È di Alano di Piave, ha vent'anni e la musica nel

Mercoledì 20 Gennaio 2021
L'ARTISTA ALANO DI PIAVE È di Alano di Piave, ha vent'anni e la musica nel
L'ARTISTA
ALANO DI PIAVE È di Alano di Piave, ha vent'anni e la musica nel sangue. E dopo un percorso all'indirizzo musicale dei Licei Renier concluso lo scorso giugno, Michelangelo Buttol di Campo di Alano di Piave, ora è stato ammesso al Conservatorio Bonporti di Trento. Un risultato eccezionale, perché Michelangelo è nato prematuro dopo sole 24 settimane di gestazione ed è per questo che ha trascorso ben 4 mesi in incubatrice. Fattori che hanno inciso in maniera decisiva su alcune abilità, ma non sulla sua voce e sulle sue doti canore: «Quando canta ha delle doti non comuni» dice il padre Maurizio. Un giudizio di parte? Non sembrerebbe, visto che è stata confermato dalla Commissione d'esame di Trento. Una passione antica, quella di Michelangelo, alimentata con un percorso del tutto speciale, sempre sostenuto dai genitori Maurizio e Antonella, dagli insegnanti curricolari e di sostegno che lo hanno accompagnato e guidato negli anni di studio e di preparazione.
LA FORMAZIONE
La musica infatti scandisce da sempre la vita del ragazzo: da bambino impara dal padre ad amare la musica pop in lingua inglese e in particolare Frank Sinatra; alla scuola primaria canta nel coro, alle medie studia pianoforte e canto individuale. È a questo punto che comincia ad emergere in maniera sempre più prepotente la sua voce. E insieme alla famiglia decide di informarsi sul piano di studi dei licei musicali. Ne visita più di uno, ma alla fine la scelta cade sui Licei Renier: «L'impatto è stato molto positivo - racconta oggi Michelangelo e mi è piaciuto tutto». Così nel settembre del 2015 è un nuovo studente dell'indirizzo musicale del Renier ed ogni giorno fa il pendolare da Alano a Belluno: sveglia alle 6,30, colazione e poi in macchina con il papà sino a Fener dove sale sul treno per scendere a Belluno. «Mi dicono che sono stato bravo a farlo per cinque anni, ma a dire il vero non mi è pesato tanto, perché andavo a scuola volentieri». Qui studia canto come primo strumento con Roberta Majoni, pianoforte come secondo con Radmila Visentin e Sara Francesca Patrian; partecipa alle attività del laboratorio di musica d'insieme pop-jazz tenuto da David Beltran Soto Chero e con Gianluca Dai Prà segue uno sportello di didattica musicale inclusiva di armonia e analisi. Al Renier vive soprattutto un percorso di vera inclusione: seguito da suoi insegnanti di sostegno Roberto Ghedini e Sabrina Oliva, si esibisce in quasi tutti i saggi e i concerti programmati nell'indirizzo musicale, canta in tutte le edizioni del Talento del Renier e conquista applausi e pubblico. Perché la sua voce fa vibrare davvero l'aria, è particolare, è potente e nel quinquennio viene gradualmente educata. Emergono le sue doti: Michelangelo è infatti dotato di un grandissimo orecchio musicale, di notevole intonazione, sensibilità e memoria uditiva non comuni; anche per questo eccelle nelle canzoni in lingua inglese, con pronuncia impeccabile, ed ha anche una sorprendente capacità imitativa. E l'inglese viene rafforzato proprio attraverso le canzoni. «Al Renier sono migliorato nel canto, sono uscito dai miei repertori e ho imparato molto: ho lavorato su voce, respiro, riscaldamento, pause, interpretazione, su come muovermi e stare in scena, sulla postura del cantante che è anche attore».
IL CONSERVATORIO
Scuola e famiglia capiscono che il sogno di Michelangelo di iscriversi ad un Conservatorio può diventare realtà. Inizia così la verifica presso i Conservatori per vedere se sia possibile l'iscrizione in un Istituto di alta formazione artistica e musicale in qualità di studente con bisogni educativi speciali: dopo Castelfranco, Vicenza e Padova, si aprono solo le porte di quello di Trento. È il Conservatorio Francesco Bonporti, da anni modello di inclusività, che, interpellato direttamente anche dagli insegnanti Ghedini ed Oliva, dà la disponibilità ad accoglierlo nei corsi propedeutici (ex preaccademici), dopo aver superato i relativi esami di ammissione con alcune prove equipollenti, come previsto dalla norma. «Ma nessuno sconto dicono a Trento se si dimostra capace viene ammesso; diversamente no». Prima però c'è l'Esame di Stato da affrontare, per di più con l'ostacolo di quasi cinque mesi di lezioni a distanza; a dicembre 2019 non era mancata nemmeno la preoccupazione per un delicato intervento chirurgico ad un occhio ed è proprio questo uno dei problemi che si presenta nel 95% dei casi di nascita prematura - che aveva tenuto lontano da scuola Michelangelo per alcune settimane. Anche in questo caso i suoi insegnanti lo seguono quotidianamente. Michelangelo supera brillantemente la prova e davanti alla commissione si esibisce cantando l'aria di Leporello Notte e giorno faticar dal Don Giovanni di Mozart, accompagnato al pianoforte dal professor Ghedini. Lo stesso che non perde il contatto con lui durante l'estate e da remoto lo ascolta, lo corregge, lo stimola. Arrivano settembre e due diversi esami di ammissione: uno per il corso propedeutico di musica jazz, l'altro per musica pop. Conquista la commissione: idoneo per entrambi! Dovendo necessariamente scegliere uno dei due, opta per musica jazz, che inizia a frequentare parte in presenza parte a distanza, dai primi di novembre. «È la musica che sento più vicina alla mia sensibilità spiega in ogni brano c'è una storia che mi affascina». Michelangelo resterà a Trento per tre anni, affrontando lo studio di sette diverse materie d'indirizzo. Il percorso proposto dal Conservatorio lo aiuterà a crescere come interprete e ad affinare le sue doti, agevolato, anche in questo caso, da un ambiente scolastico realmente inclusivo. Ma nel cuore Michelangelo porta il Renier: «Ho nostalgia della scuola, delle persone e dei professori; non ci sono ancora tornato solo a causa del Covid. Il musicale? Se uno ha profonda passione per la musica, è la scuola da fare, anche perché ti prepara bene per il Conservatorio».
Giovanni Santin
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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