L'APPUNTAMENTO
CANALE D'AGORDO Una provincia alpina quella di Belluno che oggi

Mercoledì 22 Luglio 2020
L'APPUNTAMENTO
CANALE D'AGORDO Una provincia alpina quella di Belluno che oggi sta pagando un conto salato: i suoi giovani disertano una tradizione e la vocazione secolare, tramandata di padre in figlio, di indossare il cappello con la penna nera. Eppure questa spirito continua a vivere, portato avanti dai gruppi Ana che ancora rappresentano un'importante realtà per molti paesi di montagna grazie al loro impegno nel campo del volontariato anche se le fila di questi gruppi si assottigliano sempre più col passare degli anni, mancando le forze ai Veci e non avendo più le braccia dei Bocia. L'anno prossimo nella nostra provincia ci saranno due gruppi importanti che andranno a festeggiare niente di meno che il loro secolo di vita. Si tratta del gruppo Ana Canale-Cavi, o la Valbiois, sorto sulle fondamenta di quello che era il Gruppo alpini Forno di Canale nato nel 1921 e il Gruppo Ana di Calalzo anch'esso fondato nel 1921 e che l'anno successivo, 1922, si trasformò in Sezione Ana Cadore.
LA RICORRENZA
Un anniversario importante che il gruppo Ana Canale-Caviola con il capo gruppo Tullio Follador intende celebrare nel migliore dei modi, anche in considerazione del fatto che a fondarlo fu niente di meno che l'allora capitano Arturo Andreoletti, tra i fondatori dell'Associazione nazionale alpini e durante la Grande guerra comandante della 206. Compagnia del Val Cordevole impiegata in operazioni belliche sul fronte della Marmolada. Fu proprio qui, tra i reduci della sua compagnia che Andreoletti volle costituire un gruppo Ana per permettere a quei valori, nati e forgiati tra i soldati al fronte, non si dissolvessero ma si rinsaldassero ancora, attraverso questa associazione.
IL PROGRAMMA
Le celebrazioni di questo centenario dovrebbero tenersi nel settembre del 2021 e dovrebbero presentare un carnet di iniziative e di appuntamenti di rilievo. Ma è molto probabile che il programma possa essere più contenuto di quello che era stato proposto nel 2011 durante i festeggiamento del novantesimo anniversario di fondazione. Sono iniziative volte non solo a voler mantenere viva quella fede e quella vocazione alpina radicata in queste popolazioni di montagna, ma è anche la maniera di mantenere viva una parte di storia importante di questi paesi di montagna e della sua gente dove in quasi ogni famiglia c'è stato qualcuno che ha vestito con valore la divisa di alpino.
L'EREDITÀ
Una storia che merita di essere insegnata e tramandata ai posteri, al fine di mantenere viva anche la memoria di tante persone che in guerra o in pace hanno sempre fatto onore al capello di alpino che portavano. Sia combattendo ieri sui fronti di casa o lontani che oggi, portando soccorso alle popolazioni bisognose di aiuto. Forse è questa l'unica maniera di poter mantenere vivo, ancora per un po', questo valore aggiunto che fin qui ha accompagnato la vita di queste comunità attraverso i vari gruppi Ana che con la loro opera di volontariato hanno dato una risposta ai bisogni di questi paesi e delle loro genti.
D. Fon.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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