L'ANALISI
BELLUNO «Si tratta di dati in linea con il quadro generale della

Mercoledì 15 Luglio 2020
L'ANALISI
BELLUNO «Si tratta di dati in linea con il quadro generale della progressiva perdita di fecondità nazionale. La provincia di Belluno riusciva a stare in piedi solo grazie al saldo positivo dei flussi migratori ma nel 2020 anche questi si sono fermati». A parlare è il sociologo Diego Cason che da anni analizza quel che succede sul fronte dello spopolamento in provincia di Belluno. «Il saldo naturale - prosegue - si è sempre assestato su questi livelli». Insomma se il calo dei bellunesi è costante nel tempo l'unica vera variabile è rappresentata dai nuovi arrivi.
COMUNI
Le statistiche dicono da tempo che oltre alle città maggiori, Belluno e Feltre, ad avere una controtendenza sono solo Sedico, Ponte nelle Alpi, Limana e Taibon (preferito ad Agordo perché già saturo). Per il resto il segno meno è generalizzato, con poche altre eccezioni. I bellunesi della montagna si spostano più verso valle. Puntano alla comodità e guardano alle province contermini, se non direttamente all'estero come indica il continuo aumento dei bellunesi iscritti ai registri Aire.
LA POLITICA
Regione e Provincia da tempo hanno messo nel mirino lo spopolamento della provincia di Belluno: «In questo territorio - ha detto in una recente intervista al nostro giornale il presidente Luca Zaia - c'è un animale che è in via d'estinzione: è l'uomo». Per il presidente della Regione la strada per combattere lo spopolamento è quella dei grandi eventi (Mondiali e Olimpiadi primi su tutti) e delle infrastrutture. La stessa soluzione indicata anche dagli industriali. Alzare il livello della qualità della vita è la strategia, complementare e non alternativa della provincia: «Abbiamo il dovere di impegnarci in una strategia di lunga durata - ha spiegato nei giorni scorsi il presidente di Palazzo Piloni, Roberto Padrin - che inevitabilmente parte dal riavvio delle attività dopo il lockdown per arrivare fino alla lotta allo spopolamento. Possiamo contare sul Fondo comuni di confine, in gran parte utilizzabili per progetti di area vasta: dovremo decidere quali linee adottare. In questo momento la Provincia vuole e può fare da collettore di tutte le idee utili allo sviluppo del Bellunese. Contiamo ora di cominciare un dialogo propositivo, che ci porterà a raccogliere frutti duraturi».
LE ATTIVITÀ
Settore strategico per la lotta allo spopolamento, soprattutto nei piccoli comuni di montagna, sono le piccole attività. I servizi per chi rimane, per chi resta sul territorio e ha bisogno quotidianamente di comprare il pane e di avere accesso a quei servizi indispensabili per il territorio. A settembre quando sarà possibile stimare con maggiore efficacia gli effetti del lockdown sull'economia di prossimità si potranno anche fare ipotesi molto precise su quale sarà il futuro delle terre alte, dei piccoli comuni del bellunese che possono contare sulla grande coesione e al tempo stesso su un limitatissimo numero di servizi.
AZ
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