L'ALTRO VOTO
BELLUNO Il quorum è oltre l'ostacolo. Anche tra le Dolomiti.

Lunedì 23 Ottobre 2017
L'ALTRO VOTO
BELLUNO Il quorum è oltre l'ostacolo. Anche tra le Dolomiti. La provincia di Belluno ha mandato al voto per il referendum il 52% degli aventi diritto di voto (il dato delle 23.30 è parziale, ma molto vicino all'ufficialità con tutti i crismi). Resta da capire quanto si scosterà l'affluenza per il referendum provinciale. Sì, perché a Belluno si è votato due volte. Per il referendum autonomista della Regione e anche per «maggiori forme di autonomia» alla Provincia. Il dato della consultazione regionale, in ogni caso, fa ben sperare: anche il quorum provinciale dovrebbe essere stato superato. Difatti, lo scostamento (dovuto al fatto che qualcuno potrebbe ritirare solo una delle due schede referendarie) in questi casi è minimo.
L'AFFLUENZA
A Belluno ha votato il 52% degli aventi diritto. Si tratta di un dato leggermente inferiore alla media regionale: in Veneto infatti ha votato quasi il 60% degli aventi diritto di voto. Ma sul dato bellunese pesano gli Aire. Gli italiani residenti fuori dai patri confini costituiscono un quinto del corpo elettorale della provincia dolomitica. E nella consultazione di ieri non era previsto né il voto dall'estero né le agevolazioni per il viaggio necessario a rientrare in Italia.
Come erano andati gli ultimi due appuntamenti referendari? Alla consultazione del 4 dicembre 2016, il famoso referendum di Renzi, in provincia di Belluno aveva votato il 71,5%. Un affluenza molto alta, con punte dell'80% in alcuni Comuni del Bellunese. Discorso completamente diverso invece per il referendum sulle trivelle: il 17 aprile 2016 non si era andati oltre il 29%.
Mentre la Provincia di Belluno chiede maggiore autonomia, c'è un Comune che potrebbe dire «addio». Sappada è molto vicina al trasloco. Il cuore è già in Friuli Venezia Giulia da quasi dieci anni. Ora, anche il domicilio è sul punto di essere spostato in Provincia di Udine. Perché domani, con un tempismo da film thriller, la questione sappadina sarà sul tavolo della Camera. E salvo sorprese dell'ultima ora, Montecitorio si esprimerà per il «sì». Se così fosse, un pezzo di bellunesitas se ne andrebbe per sempre. La Provincia che punta a maggiori forme di autogoverno comincerebbe il suo percorso post- referendum autonomista perdendo i pezzi. Il presidente della Provincia, Roberto Padrin, aveva tentato la mossa a sorpresa. Un paio di settimane fa aveva scritto una lettera alle maggiori cariche dello Stato. Al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al premier Gentiloni, ai presidenti della Camera e del Senato. Con una richiesta precisa: prendere tempo sulla questione Sappada. Ma non è servito a nulla. Il primo colpo, Sappada l'ha messo a segno il 21 settembre. Quando Palazzo Madama si è espresso con un «sì» chiaro e lampante per il passaggio di regione e provincia.
Damiano Tormen
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