L'ACCUSA
VENEZIA Il suo regno per un impianto. A biogas, nella frazione Stretti

Giovedì 21 Febbraio 2019
L'ACCUSA
VENEZIA Il suo regno per un impianto. A biogas, nella frazione Stretti di Eraclea. Si erano accordati così Luciano Donadio, il boss dell'avamposto dei Casalesi ad Eraclea, e Mirco Mestre, sindaco della cittadina del litorale. Uno, Donadio, avrebbe promesso un appoggio esterno per le elezioni e l'altro, Mirco Mestre, una volta eletto avrebbe «rilasciato una procedura semplificata» per la realizzazione dell'impianto permettendo a Donadio&Co. di eludere ogni tipo di controllo. «Adesso vediamo un attimo, se la cosa...eh...te la facciamo passare», aveva risposto Mestre. Che sarebbe anche intervenuto in prima persona per garantire l'assegnazione di alloggi popolari agli appartenenti al sodalizio. Cosa poi avvenuta con Antonio Puoti.
IL PATTO
Sono le stesse carte della procura di Venezia a svelare i dettagli. «Il supporto elettorale del sodalizio - scrivono il pm Roberto Terzo e il gip Marta Paccagnella - avrebbe dovuto trovare la prima importante contropartita economica nel sostegno dato dal neo sindaco ad una iniziativa economica del sodalizio mafioso di Luciano Donadio consistente nella costruzione a Stretti di un impianto di biogas». Che, non destinato a ripagare gli investimenti pubblici, «avrebbe dovuto fruttare lauti guadagni» grazie alle «sovvenzioni erogate, promosse e conseguite attraverso procedura semplificata che il sindaco avrebbe dovuto favorire e che avrebbe evitato» controlli capaci di « portare alla luce l'inconsistenza del progetto e l'indebito lucro che ne sarebbe derivato» assieme a false fatture come successo «con un simile impianto nel Friuli Venezia Giulia a San Daniele del Friuli». Tavola imbandita alla perfezione quindi, tanto che lo stesso Donadio il 4 giugno 2016 a chi gli paventa l'eventualità che Mestre possa essere controllato dall'ex sindaco (e alleato) Graziano Teso, risponde «che Mestre non è uno scemo e che alla prima occasione lo farà fuori».
LA VITTORIA
Così, quando il 6 giugno 2016 Mirco Mestre conquista il posto tanto agognato, per Luciano Donadio è tempo di pregustare l'incasso. «Per il numero dei voti che avevo io, ha vinto», ammette il boss mafioso al telefono riferendosi alle 81 preferenze di scarto tra il primo cittadino eletto e il concorrente (e sindaco uscente) Giorgio Talon. Voti concordati da accordi «segreti» tra gli stessi Mestre e Donadio che avrebbero portato vantaggi a entrambi: in pratica lo «scambio elettorale politico-mafioso» tra l'avvocato e il boss, stilato senza dare troppo nell'occhio, nonostante i due si conoscessero dal 2006 e più volte Donadio l'avesse definito «il mio avvocato da sempre». Uno che era coinvolto «nella manovre illecite» come l'usura ai danni di Zorzetto Amorino (a sua volta indagato) o come quando si era trovato «in palese conflitto di interesse» fornendo «consigli e istruzioni» al clan nel caso di un suo cliente vittima di usura da parte di Donadio e soci. Nonostante questo «Mestre ha accuratamente evitato di avere incontri pubblici con Donadio - si legge nell'ordinanza - ma tramite il solito intermediario Emanuele Zamuner, ha concordato appuntamenti in posti discreti» spiegando «che avrebbe fatto tutto quanto nelle sue possibilità, nella sua veste di sindaco, per agevolare le richieste» di Donadio e soci. Mirco Mestre era disposto, quindi, a offrire «un appoggio fondamentale al di fuori di ogni regola di buona amministrazione» ancor prima di sapere come quel progetto avrebbe potuto essere utile alla comunità.
IL PRESSING
Passa poco dall'elezione di Mestre a sindaco di Eraclea che Donadio, ben consapevole del peso specifico della manciata dei suoi voti, vuole riscuotere. In una telefonata Paolo Valeri, socio in affari di Donadio, gli spiega: «Adesso è andato su il tuo sindaco, quando tu lo trovi digli sindaco mio bello vienimi un attimo incontro». L'obiettivo sono due impianti a biogas da un 1,3 milioni di euro. Per oliare ancora di più, la proposta è la fornitura di acqua calda sanitaria e il riscaldamento per le scuole di Eraclea «a titolo gratuito, purché venga approvato il progetto». Che dopo telefonate e appuntamenti, riceve la Pas (Procedura Abilitativa Semplificata) e nonostante il superamento di alcuni intoppi, si arenava nell'ottobre 2016 a causa di continue richieste dell'Enel. Ma il patto, per il pm, era stato rispettato.
N. Mun.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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