L'ACCORDO
ROMA Tutti d'accordo, o quasi. Passa la linea della proroga di un anno

Giovedì 22 Febbraio 2018
L'ACCORDO
ROMA Tutti d'accordo, o quasi. Passa la linea della proroga di un anno dei vertici dei servizi segreti. Passa anche la possibilità di tenere al suo posto Alessandro Pansa, capo del Dis, malgrado sia in età pensionabile. Il via libera al governo da parte del Copasir, il Comitato parlamentare di vigilanza sui servizi segreti, è avvenuto ieri pomeriggio al termine di una riunione che si è conclusa con un documento inviato al governo e votato da tutti i rappresentanti dei partiti. In dissenso con i propri colleghi di partito hanno votato contro Tofalo (M5S) e Casson (Leu). Il parere, obbligatorio ma non vincolante del Copasir, chiesto nei giorni scorsi dal ministro dell'Interno Marco Minniti che ha anche la delega sui servizi, consegna al governo la possibilità di prorogare di un anno i responsabili di Dis, Aisi e Aise anche se due degli attuali sono in età pensionabile qualora - come è altamente probabile - alla scadenza di aprile non ci sia già un altro governo pronto a nominare nuovi capi.
IL VARO
Una decisione nata dall'esigenza di evitare vuoti e cortocircuiti con le elezioni e i tempi di formazione del nuovo governo. La modifica al regolamento che permetterebbe la proroga era stata inviata al presidente del Copasir Giacomo Stucchi, che ieri ha riunito il Comitato che ha di fatto dato parere favorevole, ma ponendo come condizione che la proroga sia di dodici mesi, avvenga solo dopo le elezioni e solo nel caso in cui non ci sia un governo insediato entro la data della scadenza prevista in aprile. Con ogni probabilità, toccherà quindi a Gentiloni riunire ad aprile, il Consiglio dei ministri e varare la modifica al regolamento che consentirà ad Alessandro Pansa, Alberto Manenti e Mario Parente di restare in carica sino alla composizione di un nuovo governo di fronte al quale i tre si presenteranno dimissionari. Non è stato facile coniugare l'esigenza di stabilità, in grado di garantire la sicurezza nazionale, con la correttezza istituzionale che impone di lasciare le nuove nomine al prossimo governo. Alla fine della riunione l'accordo è stato trovato. La proroga avverrà quindi non subito, come in un primo tempo si era ipotizzato, e a governo in carica per gli affari correnti, come sarà l'esecutivo Gentiloni dopo il voto del 4 marzo.
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