«Imprese locali per finire l'opera E ci candidiamo alla gestione»

Venerdì 26 Aprile 2019
«Imprese locali per finire l'opera E ci candidiamo alla gestione»
GRANDI LAVORI
MESTRE «Noi siamo tornati a lavorare al Mose: all'Arsenale per sistemare i bacini di carenaggio dove ormeggeranno le navi costruite per trasportare le paratoie verso i cantieri di manutenzione a Marghera, e a Treporti che è la schiera di barriere scelta per partire in pre esercizio». Devis Rizzo, 44 anni di Padova, è il presidente di Kostruttiva, uno dei tre Consorzi di imprese locali che i commissari del Consorzio Venezia Nuova (Cvn) hanno scelto per completare i lavori entro fine 2021.
Quella di Rizzo è una voce fuori dal coro, dopo l'ennesima acqua alta eccezionale di inizio aprile, specie se ha ragione chi sostiene che, al ritmo attuale, il Mose potrebbe essere terminato tra 10 anni.
«Guardiamo ai cantieri e pensiamo ad andare avanti, il resto non ci compete».
Kostruttiva e le altre imprese scelte dopo due anni di quasi paralisi totale per il contenzioso tra i commissari e le aziende, rappresenta una buona notizia, anche se ci sono ancora molti problemi come dimostrano le proroghe richieste al Provveditorato interregionale alle opere pubbliche per la verifica della barriera di Treporti e la protezione degli steli di tutte le paratoie con uno speciale gel protettivo. E c'è pure il Comune che ha anticipato i soldi delle manutenzioni per la sicurezza idraulica di Pellestrina (che, infatti, è rimasta all'asciutto) e li vorrebbe indietro.
Quanto alle opere, manca il 10%, e i commissari lo scorso dicembre non hanno pensato ai big come Mantovani o Condotte ma hanno scelto i consorzi Kostruttiva, Costruttori Veneti San Marco e Costruzioni Ambiente Restauri e Manutenzioni Venezia.
«È una decisione che ha un senso pratico ma che denota anche un grande coraggio. Tecnicamente i commissari hanno fatto un ragionamento in fondo banale, cioè hanno verificato quali imprese socie del Cvn potevano essere operative e quelle siamo noi. E politicamente hanno concesso un'apertura di credito al territorio».
Siete operative, d'accordo, ma siete anche in grado di eseguire i lavori mancanti?
«Se fossimo stati al 50% dell'opera, onestamente non ce l'avremmo fatta da soli. Ma la tipologia del 10% mancante è perfettamente compatibile con le nostre caratteristiche».
Anche Kostruttiva, come le grandi del Cvn, è però in difficoltà, siete in concordato.
«Concordato in continuità, quindi lavoriamo e i creditori sono soprattutto parte dei nostri 80 soci che hanno interesse a far vivere il Consorzio».
Kostruttiva, insomma, è finita nel baratro col Mose e ora col Mose rinasce.
«Bè, il concordato ci sarebbe stato comunque a causa della crisi generale del settore immobiliare ma è indubbio che quattro anni e mezzo fa da queste sale, quando scoppiò lo scandalo Mose, hanno portato via in manette i precedenti vertici. Oggi abbiamo rovesciato il Consorzio come un calzino, a partire dal nome e quindi, sì, rinasciamo anche col Mose».
Da Coveco, nato nel 1954, a Kostruttiva, cambiato il nome e poi?
«Quando i soci hanno deciso di nominarmi presidente, cooptandomi dalla Lega Coop dove già mi occupavo di edilizia e impiantistica, il mandato è stato quello di salvarla nel segno della discontinuità. Quindi siamo stati i primi, nel 2016, a transare con il Cvn che ci chiedeva di restituire 6 milioni di euro. Ne abbiamo versati 3».
Il Mose funzionerà?
«Non sono un ingegnere ma per quello che ho visto sul campo, secondo me sì. Certo che stiamo parlando di dighe mobili che vivono sotto l'acqua, di un sistema complicato e delicato che avrà bisogno di cura e manutenzioni puntuali».
Le manutenzioni miliardarie, appunto, il grande tema sul quale in tanti si stanno già accapigliando. Dopo che avrete finito il 10% mancante, vi candiderete dunque anche alla gestione del Mose?
«Chiaro che sì, riteniamo di avere al nostro interno le conoscenze per contribuire a mantenerlo in efficienza. Ma per adesso pensiamo a finirlo, è il traguardo più importante».
Elisio Trevisan
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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