Il virus, il fronte sanitario

Mercoledì 5 Maggio 2021
L'EPIDEMIA
VENEZIA La pandemia rallenta, ma non molla. «Ancora non possiamo dire che la terza ondata sia conclusa, perciò guai ad abbassare la guardia. La responsabilità viene sempre prima di tutto», afferma Luca Sbrogiò, direttore del Dipartimento di Prevenzione dell'Ulss 3 Serenissima e commissario della campagna vaccinale, che dal suo studio monitora ogni giorno, in tempo reale, il lavoro che da mesi viene effettuato nei centri vaccinali e i numeri ufficiali che arrivano dalla Regione tramite Azienda zero.
L'ANDAMENTO DEL VIRUS
La curva dei contagi e dei ricoveri ospedalieri disegna due grandi picchi in questi quattro primi mesi dell'anno: a gennaio, a cavallo dell'Epifania, e poi a metà aprile. Da un paio di settimane la linea è scesa, ma adesso non scende di più, restando stabile su un livello che ancora non permette di stare tranquilli.
«Siamo in una situazione di stasi continua Sbrogiò Registriamo ancora circa 2mila nuove infezioni alla settimana. I ricoveri negli ospedali sono diminuiti perché è il risultato della riduzione dei contagi di 1015 giorni fa. Vediamo come va nei prossimi giorni: ancora non si riesce ad andare più giù, guadagnando risultati migliori. Continuiamo a stare attenti, non ci stancheremo mai di raccomandare l'uso della mascherina, l'igienizzazione delle mani, il distanziamento interpersonale».
L'ARRIVO DEL CALDO
A favore di un ulteriore miglioramento potrebbe venire la bella stagione, com'era già successo lo scorso anno col caldo che aveva rallentato la diffusione del virus. I dati evidenziano che nel territorio di competenza dell'Ulss 3 il tasso di positività permane inferiore al 4%, precisamente il 3,7%, con circa 20mila tamponi eseguiti ogni settimana, di cui due terzi sono di tipo rapido e un terzo molecolari. Ci sono attualmente 33,3 casi positivi ogni 10mila abitanti (33,6 in tutta la provincia di Venezia, dunque contando anche l'Ulss 4 del Veneto orientale), meno della media regionale che è del 44,7. Il picco della terza ondata, dopo la seconda dell'ottobre scorso, si era avuto il 4 gennaio con ben 9.369 contagiati, scesi a 3.401 al primo febbraio e poi crollati a soli 1.903 al primo marzo. Quindi si era avuta una seconda recrudescenza, con 2.776 casi il 15 marzo e poi 3.892 il 29 marzo. Da dopo Pasqua, e cioè da un mese, l'andamento è migliorato settimana dopo settimana: 3.179 i casi registrati il 12 aprile, 2.651 il 19 aprile, 2.125 il 26 aprile e 2.084 l'altro ieri, 3 maggio. La situazione dei ricoveri è speculare: se lo scorso 28 dicembre si era toccata la cifra record di 457 (di cui 54 in terapia intensiva), il 18 gennaio erano scesi a 332 (40), il primo febbraio a 210 (42), fino al minimo, tuttora assoluto, dell'8 febbraio a 159 (11). Quindi, ancora, la risalita: 251 il 19 marzo (26) e 275 il 5 aprile (31), per poi via via diminuire: 259 il 12 aprile (30), 213 il 19 aprile (24), 200 il 26 aprile (23) e 173 l'altro ieri (21).
RITORNO ALLA NORMALITÀ
La situazione è così rientrata in un range di normalità che ha consentito all'azienda di cominciare a riattivare progressivamente l'attività ordinaria, sia chirurgica non pochi erano stati gli interventi non urgenti rinviati che le visite specialistiche ambulatoriali.
LE SCUOLE
Nel frattempo, più che incoraggiante risulta la situazione nelle scuole, a dispetto dei timori emersi alla vigilia della riapertura in presenza per tutti fino alle medie e al 70% per le superiori. A ieri, infatti, sono appena 67 le classi attualmente interessate da almeno un caso di positività, così suddivise: 15 alla scuola dell'infanzia, 25 alla primaria, 13 per le medie e per le superiori, una per le serali. Gli alunni positivi sono al momento 75, 330 in quarantena; i docenti rispettivamente 10 e 37. Da inizio anno scolastico sono stati effettuati 30.676 tamponi sugli studenti e 3.454 sul corpo insegnante.
Alvise Sperandio
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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