Il video dei bulli strafottenti e volgari che si vantano di averla fatta pagare

Martedì 2 Luglio 2019
Il video dei bulli strafottenti e volgari che si vantano di averla fatta pagare
IL CASO
TREVISO Strafottenti, volgari, per nulla preoccupati di contribuire alle indagini delle forze dell'ordine fornendo, con l'immagine dei loro volti, le proprie generalità. Si perchè dopo la spedizione punitiva conclusa con il pestaggio dei due bagnini e del responsabile della spiaggia che li aveva invitati a lasciare liberi sdrai ed ombrelloni riservati ai bagnanti, alcuni dei componenti della baby gang responsabile del pestaggio di domenica a Jesolo hanno pure pubblicato un video, sotto forma di storia su Instagram, nel quale ricostruiscono la giornata vantandosi di averla fatta pagare a chi gli aveva pestato i piedi. Atteggiamenti da ragazzini violenti, spregiudicati e per nulla preoccupati delle loro azioni, neanche quando due persone finiscono all'ospedale. Non li scalfisce neanche il fatto che la polizia li stia già identificando e che presto, prestissimo, verranno tutti denunciati. Importa solo mandare un messaggio al bagnino pestato: «Sei in ospedale eh! - sfotte uno di loro alla fine del video dopo una bestemmia usata come intercalare -, sei un infame di m...»!
PRIMA DEL DEVASTO
Polizia locale e Commissariato hanno già identificato 15 dei trenta ragazzini, tutti trevigiani, protagonisti dell'aggressione di domenica a Jesolo, avvenuta sulla spiaggia, vicino a piazza Trieste. Alcuni di loro abitano a Treviso, altri nei comuni periferici, e hanno un'età compresa tra i 16 (la maggior parte) e i 17 e 18 anni. Nel video pubblicato da uno di loro su Instagram li si vede ridere e scherzare al bar. Tutto deve ancora accadere. Hanno passato la notte in uno dei locali di Jesolo e sono pronti a tornare in spiaggia. Ribattezzano la scena con un'esplicita dicitura: prima del devasto. Quanto successo un paio d'ore dopo è oggetto dell'indagine della polizia jesolana, ma alcuni punti sono già stati chiariti grazie alle testimonianze dei bagnanti e delle vittime, sentite a verbale. Ci sono due fasi distinte: la prima vede una quindicina di ragazzini scendere in spiaggia dopo la nottata in discoteca ed occupare alcuni sdrai gestiti dal Consorzio Trieste. Poco dopo vengono invitati da due bagnini a lasciare liberi i posti, e ne nasce il primo parapiglia: di tutta risposta i due operatori vengono accerchiati ed assaliti dai bulli. Finisce male per i due, che sono costretti a ricorrere alle cure mediche per un dito rotto e una costola incrinata. La ritorsione però non è finita. Dopo essersi dileguata, la baby gang ritorna nel pomeriggio, questa volta a ranghi rinforzati. Altri amici, a quanto pare pure loro trevigiani, si uniscono al gruppo. Questa volta sono una trentina: nel mirino finisce il responsabile dei bagnini, che viene preso a testate prima dell'arrivo delle forze dell'ordine, che riescono subito ad identificare, tramite le telecamere di videosorveglianza, i primi sospettati.
GLI SFOTTO'
Nel video pubblicato su Instagram si passa alla seconda fase, quella del ritorno a Treviso di una parte del gruppo. Passeggiano lungo il fiume, alle spalle si scorge quella che sembrerebbe essere la chiesa di San Martino. E poi di nuovo risate e schiamazzi prima dei commenti contro i bagnini. Prendono la parola uno dietro l'altro, riprendendo la frase dell'ultimo ed aggiungendoci una parolaccia o una bestemmia, solo per farsi apprezzare dagli altri del branco.
Alberto Beltrame
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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