IL VERTICE
BORGO VALBELLUNA Al tavolo socio-istituzionale la Wanbao, rappresentata

Mercoledì 20 Novembre 2019
IL VERTICE
BORGO VALBELLUNA Al tavolo socio-istituzionale la Wanbao, rappresentata dall'amministratore unico, Haijiang Lu, le novità per i 290 lavoratori dello stabilimento di Mel, sono state tonde come uno zero: il budget di 68 milioni di dollari è in esaurimento. Per febbraio si chiude. Lo ha stabilito il socio di maggioranza della Wanbao, ovvero la municipalità di Guangzhou, proprietaria del sito che produce compressori per la refrigerazione domestica. Confermato anche l'incarico alla Pwc, una delle big four internazionali di consulenza alle imprese, per la vendita. Sarebbe già pronta una lista i possibili clienti.
CESSIONE AI CONCORRENTI
Un confronto serrato, con in testa l'assessore regionale al Lavoro, Elena Donazzan, che ha tentato più volte di stanare il nemico, ma senza riuscirci. Perché Haijiang Lu è stato solo il referente di decisioni già prese. Sondata anche la disponibilità Wanbao di una mirabolante cessione gratis del sito ai principali concorrenti, come Gmcc e Donper: mister Lu avrebbe detto inizialmente sì, per poi affermare di aver parlato solo a titolo personale. Idem per un affiancamento di Maurizio Castro, commissario liquidatore di Acc Compressor, alla Pwc nella ricerca di acquirenti. Lu si è detto d'accordo, ma sempre e solo in via personale. Ovvero non se ne fa nulla.
PRESIDIO DEI LAVORATORI
La palla passa quindi al Governo, unico in grado di poter intervenire, anche se con mezzi limitati non essendoci uno stato di crisi o fallimentare. Ieri, al tavolo, mancava il ministro Federico D'Incà, unico aggancio rimasto con un Governo in affanno sul caso Ilva e altre decine di crisi aziendali che stanno bucando lo Stivale da nord a sud.
Fuori dal municipio di Mel, dove è andato in onda l'incontro, l'amarezza dei lavoratori che da anni vengono travasati da una proprietà all'altra.
SERVE UNA MOBILITAZIONE
«Non credo che il questo momento - afferma Stefano Bona, segretario Fiom-Cigl - il Governo abbia in mente Mel. Hanno situazione ben più gravi da affrontare. Siamo in fondo alla lista. Tutto ciò che ci resta da fare è di far sentire la nostra voce. Se non facciamo nulla, perderemo l'azienda nel giro di qualche settimana. Anche i rapporti con i clienti si stanno deteriorando perché Wanbao lavora ormai con una visione a breve. E questo è molto grave. Dobbiamo alzare il livello della protesta. Dobbiamo far diventare Mel un caso nazionale».
All'incontro, che ha visto al tavolo tutti i rappresentanti politici e sociali della provincia, non c'era il ministro Federico D'Incà, unico aggancio con un Governo lontano, alle prese con altri drammi occupazionali. Il ministro pentastellato ha giustificato l'assenza con impegni di Governo, ma tutti assicurano che il suo attaccamento al caso è serio e leale. Del resto la Valbelluna è la sua terra. Al ministro è stata avanzata la richiesta di anticipare il tavolo di crisi previsto al Mise che era stato messo in agenda per il 10 dicembre. Serve una strategia urgente.
UNICI NEL SUD EUROPA
«Non ci diamo per vinti - afferma con un pizzico di ottimismo in più, Michele Ferraro segretario Uilm -. Sappiamo che ci sono clienti importanti in vista, legati alla delocalizzazione nella Repubblica Ceca del gruppo austriaco (ex Acc). Parliamo di un valore di 2 milioni di pezzi per il 2020. Ma soprattutto, con questa mossa industriale, lo stabilimento di Mel resterà l'unico, e ribadisco unico, nel sud Europa. La nostra richiesta resta quella di un inserimento della Wanbao in un decreto ad hoc con Ilva, oppure che Castro vengano nominato commissario per affiancare la Pwc».
Nelle prossime ore sindacati e Rsu avranno nuovi incontri per decidere cosa fare.
Lauredana Marsiglia
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