IL RISULTATO
VENEZIA Ebbene Sì: la stragrande maggioranza (il 98%) dei partecipanti

Lunedì 23 Ottobre 2017
IL RISULTATO
VENEZIA Ebbene Sì: la stragrande maggioranza (il 98%) dei partecipanti al referendum vuole che «alla Regione del Veneto siano attribuite ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia». Il verdetto è stato pronunciato nella notte, dopo che però già all'ora di cena era stato raggiunto e superato il quorum, tanto da registrare alle 23 un'affluenza del 58% (quando mancano 7 seggi allo spoglio), mentre alle Regionali del 2015 era stata del 57,15%: in tutto 2,8 milioni di veneti. Un dato inferiore alla consultazione confermativa dello scorso anno, ma che deve essere analizzato tenendo conto della zavorra estera: i veneti residenti oltre confine, che non potevano votare per corrispondenza, hanno infatti pesato in negativo per circa l'8,5%, con effetti particolarmente vistosi nel Bellunese, dove la chiamata alle urne era doppia.
I DATI
L'andamento parziale della partecipazione al referendum aveva visto alle 12 un afflusso regionale del 21,1% (alla stessa ora sulle trivelle era stato rilevato il 10.3% e sulla riforma costituzionale il 24%) e alle 19 un accesso sempre medio del 50,1% (contro il 28,6% e il 65,9% conteggiati, rispettivamente, nelle due tornate del 2016). Stimando però l'affluenza tra i soli residenti in Veneto, così come ha fatto l'Osservatorio elettorale del Consiglio regionale, proprio alle 19 il riscontro medio saliva al 54,7%, con evidenti conseguenze nelle singole province: nel Bellunese il risultati depurato degli emigranti sarebbe stato del 56,8% anziché del 45%, nel Padovano del 55,2% contro il 52,1%, nel Rodigino del 44,1% invece che del 41,9%, nel Trevigiano del 59,5% e non del 51,6%, nel Veneziano del 49,9% anziché del 47,1%, nel Veronese del 49,7% contro il 47,2%, nel Vicentino del 61,8% invece che del 55,9%.
GLI EMIGRANTI
Roberto Ciambetti, presidente dell'assemblea legislativa, cita tre casi-simbolo: «Al tramonto a Sandrigo aveva votato 1 iscritto all'Aire su 424, a Trissino 7 su 795, ad Altivole 2 su 944». Un fenomeno particolarmente rilevante a Belluno, dove si votava anche per l'autonomia provinciale, ma dove gli espatriati valgono addirittura il 20% del corpo elettorale. «Per questo annota il professor Paolo Feltrin, responsabile scientifico dell'Osservatorio bisogna stare sempre molto attenti all'effetto-ombra che fanno i veneti all'estero. In quel caso il differenziale è di quasi dodici punti percentuali».
L'ASTICELLA
Ma tant'è, quelli che contano sono i dati ufficiali, per cui la domanda delle domande resta sempre quella: per come alla fine si è posizionata, la famosa asticella deve essere ritenuta soddisfacente o no? «Quando si celebra un referendum riflette il politologo in fondo si gioca una scommessa. Detta in maniera molto brutale: aveva puntato Matteo Renzi, così come hanno puntato Roberto Maroni e Luca Zaia. Ebbene, Renzi ha perso, Maroni ne esce un po' malconcio e Zaia ne esce ben concio ». A proposito dei due governatori leghisti, è inevitabile il confronto di giornata. «Possiamo dire con certezza sottolinea Feltrin che in Veneto è stato ottenuto un risultato nettamente superiore a quello della Lombardia, dov'è evidente che hanno avuto seri problemi con il voto telematico. Peraltro stupisce una certa inefficienza lombarda, basti pensare solo al fatto che l'affluenza delle 12 è stata comunicata solo alle 17. Questo dimostra che gli aspetti tecnici e organizzativi di una consultazione, cioè la famosa macchina, non dovrebbero essere mai sottovalutati: a tutti quelli che in questi mesi chiedevano se fosse davvero necessario l'ambaradan che è stato messo in piedi dalla Regione, rispondo che sì, era necessario, visto che da noi ha funzionato tutto abbastanza bene».
LE DINAMICHE
Ma sono anche altre le dinamiche interessanti secondo Feltrin. Per esempio: grandi città contro piccoli centri. «Verona, Venezia e in parte Padova mostrano tendenze significativamente inferiori rispetto ai comprensori, ma non ci vedrei la mano di un leader: sul caso scaligero noto più l'influsso lombardo che lo zampino di Flavio Tosi». Oppure: Rovigo la rossa. «Qui invece segnalo un chiaro effetto Azzalin (Graziano, infaticabile consigliere regionale pro-astensione, ndr.): è un caso interessante, perché fa vedere bene come in presenza di una campagna elettorale con posizioni diverse, si ottengono risultati differenti». Infine la pioggia: «Ha influito sul voto del pomeriggio». Ma a quanto pare, referendum bagnato, referendum fortunato.
A.Pe.
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