IL RILANCIO
TREVISO Da zona di spaccio e degrado a fiore all'occhiello della

Sabato 27 Giugno 2020
IL RILANCIO TREVISO Da zona di spaccio e degrado a fiore all'occhiello della
IL RILANCIO
TREVISO Da zona di spaccio e degrado a fiore all'occhiello della città. Il parco di Porta Altina vuole tornare ad essere un biglietto da visita importante per il centro di Treviso, e il primo passo, in attesa dei lavori di ristrutturazione della piazza antistante al varco e del recupero dei giardini sotto le mura centenarie da parte dell'hotel Carlton (l'inizio dei cantieri tra un anno), il cui progetto è stato recentemente approvato dal Comune, è l'apertura, prima volta nei suoi 50 anni di storia, del plateatico del ristorante Incontro. «Per noi è un'emozione e una grande responsabilità - afferma Giacomino Benvegnù, rimasto solo nella direzione del locale dopo la scomparsa di Piero Filippini -. Porta Altinia è la prima porta della città, un luogo storico che merita di tornare ai fasti di un tempo. Noi ci proviamo, soprattutto dopo l'emergenza covid che ha messo in difficoltà tutti i ristoratori. Ma anche ai più giovani io dico: mai mollare, investire sempre, e non abbattersi».
IL QUADRANTE
Quello di Porta Altinia è un quadrante simbolo della città, in particolare i giardini, che torneranno a vivere anche grazie agli allargamenti degli spazi esterni concessi dal Comune a bar e ristoranti: in città saranno così circa 1.600 i metri quadri di plateatici. Tra questi rientra parte del parchetto di Porta Altinia, totalmente trasformato grazie ai tavolini e agli allestimenti dell'Incontro. «È stato per anni un angolo buio della nostra città - ha sottolineato ieri, durante il taglio del nastro, il sindaco di Treviso Mario Conte -. Ma ora le cose cambieranno, grazie a Giacomino Benvegnù e alla famiglia Trevisanato (proprietaria dell'Hotel Carlton, ndr), che ridarà lustro a tutta la zona. I plateatici saranno, non solo qui, un biglietto da visita importante per i visitatori che arrivano a Treviso, grazie a un contesto storico e naturale che non ha eguali». Basta spacciatori insomma, e via libera alla riqualificazione.
IL RICORDO
Sotto la porta ieri pomeriggio c'erano tutti i rappresentanti delle istituzioni cittadine, dal prefetto Maria Rosaria Laganà al comandante provinciale dei carabinieri Gian Filippo Magro ai vertici dell'Usl con Francesco Benazzi e il dottor Roberto Rigoli. Non è voluto mancare neanche il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, che si è soffermato nel ricordare i grandi ristoratori trevigiani di recente scomparsi. «Piero e Arturo Filippini, Tonino Palazzi, Cadamuro, Menegaldo sono state colonne portanti della ristorazione veneta e trevigiana - ha detto il governatore -, che hanno rappresentato e rappresentano l'identità di un territorio. Quando Giacomino mi ha chiamato non ci ho pensato due volte. Lui è un grande, e i 50 anni dell'Incontro lo dimostrano. In pochi ricordano che qui vicino, a Villa Franchetti, Foscolo scrisse I sepolcri, Diceva che solo chi fa grandi cose nella vita si garantisce l'immortalità. È per questo che i nostri storici ristoratori non moriranno mai». Ai progetti di riqualificazione si sono così sommati i ricordi affettuosi, carichi anche della voglia, dopo il lockdown e l'emergenza legata all'epidemia da coronavirus, di tornare alla normalità. Non poteva mancare, durante la cerimonia, la pennellata dello sceriffo Giancarlo Gentilini. «Vedere rinascere questi luoghi è un tuffo al cuore - ha detto commosso - per chi come me a Porta Altinia ci veniva quand'era ragazzo, nel 1947. Eravamo studenti senza un soldo in tasca, e ci trovavamo qui per incontrare le ragazze o andare a ballare al Gatto Nero. Giacomo, da te ci sono passati uomini importanti, ma il nostro plauso è per te, che hai segnato la storia della nostra città».
Alberto Beltrame
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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