IL REPORTAGE
SAPPADA Sappada prova a resistere al coronavirus ed ai provvedimenti

Martedì 20 Ottobre 2020
IL REPORTAGE
SAPPADA Sappada prova a resistere al coronavirus ed ai provvedimenti restrittivi del sindaco Manuel Piller Hoffer, che, con l'ordinanza, concordata con i vertici della Regione Friuli Venezia Giulia e della Protezione civile, ha disposto la chiusura di bar, alberghi, ristoranti di sera, biblioteca, municipio e ogni attività di gruppo. Ieri pomeriggio, da borgata Lerpa a Cima Sappada, dal bar Da Nardi all'Amicizia, tutte le serrande abbassate, parcheggi vuoti, rarissimi i passanti sui marciapiedi, sembrava di essere tornati alle giornate della chiusura totale della primavera scorsa. Un pomeriggio grigio d'autunno, dove già si sarebbe respirata aria di riposo dopo la stagione estiva per molti locali anche in tempi normali, ma questa tegola del coronavirus ha fatto ritirare in casa la gran parte della gente della conca germanofona. Dire che i sappadini hanno la mentalità tedesca e quindi si adeguano più facilmente alle decisioni delle autorità può essere un luogo comune, ma le reazioni di gran parte degli abitanti delle 15 borgate di Plodn sono improntate alla comprensione della pericolosità della situazione dei contagi e quindi a giustificare le decisioni drastiche prese dal sindaco. Lo si legge a commento dell'ordinanza pubblicata sul profilo facebook di Manuel Piller Hoffer, ma anche nelle opinioni espresse nei locali aperti, come gli alimentari, tabaccherie, giornali e altri. Sulla paternità dell'ordinanza del sindaco molti nutrono dubbi e propendono per una imposizione venuta da Palmanova, sede della Protezione Civile friulgiuliana, più che da un confronto tra amministratori locali e medico di base.
L'OPPOSIZIONE
«Come minoranza siamo stati informati - dice Matteo Romanin, capogruppo di Sappada Cambia - ma non consultati per sentire il nostro parere sulle chiusure ordinate dal sindaco. Siamo convinti che la priorità debba essere la tutela della salute dei cittadini e questo argomento deve venire prima di ogni altro interesse. Quindi ragionare in prospettiva della stagione invernale da salvare è sbagliato, prima di tutto dobbiamo venir fuori da questa situazione di contagio anche pericoloso, come dimostrano alcuni ricoveri in terapia intensiva».
I TURISTI
Nella salita centrale di Bach, dove in stagione è difficile muoversi per la calca delle persone a passeggio, ieri c'era il vuoto. Due turisti, col viso protetto da mascherina, una mamma con due bambini, un signore col cane. «Questa decisione di chiudere tutto - dice - mi sembra esagerata e credo che sia stata imposta al sindaco dalla Regione, ma ci adeguiamo e speriamo che questi quindici giorni servano a controllare quanti sono effettivamente i positivi». La notizia della clausura imposta dal sindaco ha fatto il giro d'Italia e i tanti frequentatori di Sappada un po' s'allarmano, come Alkex e Karin Modotti, che chiedono il perché del lockdown e a cui Manuel Piller Hoffer risponde: «Per evitare di trovarci in piena stagione a dover gestire situazioni di emergenza, e per poter fare i tamponi a larga scala per capire realmente lo stato della nostra comunità, cosa che richiede di limitare il più possibile i contatti». Altri si augurano che le cose migliorino come scrive Isa Vesentini: «Mia carissima Sappada, proprio tu? Dove l'aria è cristallina e tutto parla di vita e di gioia! Passerà anche questa fase difficile, noi facciamo il tifo per te». Ci sono malumori nei proprietari di ristoranti e caffetterie annesse ai panifici perché le disposizioni contenute nell'ordinanza non sono chiare. Per esempio l'obbligo di prenotazione per poter pranzare al ristorante impedisce a chi è di passaggio per Sappada e volesse fermarsi a mangiare di farlo. Così come chi volesse consumare un cappuccino e un croissant in caffetteria del panificio dovrebbe aver prenotato e lasciare i dati di tracciatura. «E quindi è meglio chiudere -dice un ristoratore- piuttosto che sottoporsi a queste procedure burocratiche, con il rischio che arrivino i controlli e ti facciano la multa». Con la chiusura dei ristoranti alle 17.00, la vita serale a Sappada rasenta il coprifuoco, come avviene a Parigi e in altre città della Francia. «Speriamo che tutto questo serva -dice Bruno Piller Hoffer, scultore su legno, indicando una incisione raffigurante il sole- e che presto il sole torni a splendere sulla nostra vallata riportando la salute e la fiducia in un periodo di ripresa economica».
Lucio Eicher Clere
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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