IL QUADRO
Chi rientra, chi resta dov'è, chi aspetta l'evoluzione delle attività

Domenica 29 Marzo 2020
IL QUADRO
Chi rientra, chi resta dov'è, chi aspetta l'evoluzione delle attività diplomatiche. Sono diversi i veneti e i veneziani ancora bloccati al di fuori dei confini nazionali, una sorta di esilio forzato dovuto all'emergenza sanitaria Civid-19. È Paolo Borchia, europarlamentare veronese e responsabile della Lega per gli italiani all'estero, a tracciare il quadro della situazione. «I casi sono diversi e la gestione varia da Paese a Paese - spiega - con la Repubblica dominicana, per esempio, abbiamo trovato una collaborazione eccellente. E così domani (oggi, ndr) partirà un charter con cui riusciremo a riportare a casa il signor Gianni, veneziano di 80 anni. Non saranno sullo stesso volo invece una coppia di coniugi di Jesolo, che hanno un appartamento lì, possono attendere e hanno preferito cedere il posto ad altre persone. Lì, gli italiani sono una trentina». Fare un calcolo preciso su quanti siano gli italiani bloccati all'estero in questo momento è complicato, «anche perché non tutti lasciano i contatti all'unità di crisi al momento di partire, avere gli elenchi aggiornati in questa fase è impossibile».
Delicata la questione per Astralia e Nuova Zelanda, dove è stato blindato lo spazio aereo. «Ad Auckland c'è il 28enne di Dolo Angelo Stradiotto, al momento è in un ostello. Oltre a lui c'è un'altra ragazza veneziana, Daniela, nella stessa città. Un'altra donna invece si trova in Australia. Sono in contatto con l'ambasciatore e con le autorità locali. Per loro la situazione è meno preoccupante, le condizioni sono buone e il contesto sanitario è sicuro. La via dei charter in questo caso è particolarmente complicata dai costi, sarà necessario capire quante persone sono intenzionate a rientrare».
Più serena la situazione degli europei, come il caso di Eva Vanzetto, 24enne di Pianiga a Parigi. «Lei è in viaggio con il fidanzato, ma dalla Francia non mancano i collegamenti aerei. La sua situazione è da considerarsi risolta, sta ai due ragazzi adesso valutare se per loro sia meglio rimanere lì o tornare indietro».
Il caso più spinoso, al momento, è quello del 53enne geometra di Rubano (Padova), Marco Magnani, bloccato in Burkina Faso, dove lavora come trasfertista per la sua azienda. «Quella è la situazione che mi preoccupa di più - continua Borchia - Marco si trova nella stessa situazione di un 70enne di Mantova e di un terzo connazionale residente a Tunisi. Il problema lì è che in Burkina Faso, come confermatomi dall'ambasciata, non esistono respiratori né terapie intensive. Inoltre, da parte della popolazione locale, si sono cominciate a manifestare situazioni di insofferenza nei confronti degli europei visti come potenziali untori. Bisogna muoversi abbastanza rapidamente, sono sedici gli italiani che vogliono tornare in patria da quel Paese. Motivo per cui ho chiesto la collaborazione anche dell'ambasciatore dell'Unione europea in Burkina Faso, Wolfram Vetter».
Davide Tamiello
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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