«Il primo provvedimento? La pace fiscale Noi barbari? Vogliamo solo più crescita»

Giovedì 17 Maggio 2018
«Il primo provvedimento? La pace fiscale Noi barbari? Vogliamo solo più crescita»
Senatore Siri, il contratto tra Lega e 5Stelle è chiuso. E' però bastata una bozza per far fibrillare i mercati e allarmare Bruxelles. C'è chi ha parlato di sabotaggio, condivide il sospetto?
«Non lo so. So che quando si discute a un tavolo ognuno porta le proprie proposte e sensibilità. E la bozza si chiama bozza proprio perché è un componimento in itinere».
Salvini dice che è il ricatto dello spread, dei poteri forti.
«I poteri non sono mai deboli. Vedo che c'è grande preoccupazione per lo stato d'animo dei mercati e meno preoccupazione per lo stato d'animo dei cittadini. E siccome il lavoro è stato svolto da un gruppo di rappresentanti democratici della Repubblica che ha ricevuto un mandato popolare, è evidente che questo gruppo ha lavorato anzitutto nell'interesse dei propri azionisti, vale a dire i cittadini».
Il Financial Times vi ha definito i nuovi barbari. Salvini ha replicato: «Meglio barbari che servi». Concorda?
«Certo. Mi chiedo però perché ci definiscono barbari. Siamo in un momento storico evolutivo che spinge il nostro Paese e gran parte degli Stati occidentali verso l'affermazione della centralità delle necessità delle persone. E cosa c'è di barbaro nel voler introdurre la paga minima oraria, combattere il precariato e ridurre le imposte? Nulla. E' uno sforzo importante, serio, di chi intende salvaguardare il benessere del Paese e dei propri cittadini».
Forse è barbaro voler chiedere la cancellazione di 250 miliardi di debito pubblico...
«Questa è una fake news, una pura invenzione. Nessuno ha chiesto la cancellazione di nulla. E' vero che era nella bozza, ma questa idea non è stata accolta».
Beppe Grillo ha proposto l'euro a due velocità, una per il Nord e l'altro per il Sud d'Europa. Cosa ne pensa?
«Penso che si debba avere una sola velocità. Il problema vero è la crescita: dobbiamo assolutamente far ripartire la domanda interna e far crescere il Pil. Per ottenere questo serve la piena collaborazione dell'Europa:penso sia interesse di tutti che l'Italia torni a crescere per ridurre l'esclusione sociale, la disoccupazione, la povertà».
Dunque chiederete a Bruxelles maggiori margini di spesa per rilanciare la crescita?
«Sì, chiederemo maggiore flessibilità. Però non siamo contro l'Europa, siamo per l'Italia all'interno di un quadro di collaborazione paritaria con gli altri Stati. Le regole europee non ce le ha consegnate Mosè, le hanno fatte gli uomini in un'altra epoca. E se queste regole fanno soffrire le persone, vanno ridiscusse per non creare fratture sociali insanabili».
Nel contratto ci sono interventi sulla legge Fornero. Quali?
«Se la somma dell'età e degli anni lavorati darà quota 100, il lavoratore potrà andare in pensione con un minimo di 41 anni di contributi».
E sul fronte fiscale?
«Introdurremo la flat tax, che varrà almeno un punto di Pil. Per le imprese l'Ires passerà dal 24 al 15%, per le persone ci sarà un'aliquota del 15% fino a 80mila euro di reddito e del 20% sopra. Questo varrà per la legge di bilancio 2019, nel frattempo come uno dei primi atti del governo vareremo la pace fiscale con il saldo e stralcio».
Il condono?
«Non è un condono. Come si fa a chiamare condono un saldo e stralcio per i piccoli contribuenti che si trovano in difficoltà economiche e che lo Stato cerca di spremere come limoni senza succo? A seconda delle condizioni in cui queste persone si trovano daranno un 25%, 10%, 6% di quanto non sono riuscite a pagare a causa delle recessione. Questa operazione renderà non meno di 35 miliardi il primo anno e 25 il secondo».
Calcolando anche il reddito di cittadinanza si parla di un costo di 100 miliardi. Dove troverete tutti questi soldi?
«Non sono 100, ma 50 miliardi all'anno. A regime. E le coperture arriveranno dal saldo e stralcio, dal taglio degli sprechi e con la dismissione e valorizzazione del patrimonio pubblico. Ci sarà una sola deduzione fiscale di 3mila euro sulla base del reddito del nucleo familiare».
Alberto Gentili
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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