Il piano segreto, Riccardi: «Non c'è»

Sabato 14 Settembre 2019
DOPPIO VERTICE
PORDENONE «Non esistono bozze segrete o progetti nascosti nell'armadio sulla riforma sanitaria. Esiste invece un percorso di elaborazione che parte oggi dagli Ambiti socio-assistenziali e che, nell'arco dei prossimi giorni, fornirà informazioni ed esperienza». L'assessore regionale alla Salute, Riccardo Riccardi, ha rassicurato il territorio di Pordenone rispetto alle ipotesi - che erano circolate nei giorni scorsi e che riguarderebbero il rischio per alcune Strutture complesse dell'ospedale di Pordenone. Come la Chirurgia della mano e la Procreazione assistita. Notizie che - le ipotesi sarebbero contenute in un documento regionale ancora riservato e provvisorio, ma scritto proprio in funzione della prossima riforma sanitaria - avevano creato un certo allarme. Sia negli ambienti ospedalieri tra i medici e gli operatori, ma anche tra i sindaci e la cittadinanza. Ieri le dichiarazioni e le smentite da parte dell'assessore Riccardi. Che ha scelto di incontrare il sindaco di Pordenone Alessandro Ciriani in municipio. Subito dopo, però, Riccardi ha raggiunto l'ospedale cittadino per un incontro - accompagnato dal commissario dell'Azienda sanitaria Eugenio Possamai - con i primari del Santa Maria degli Angeli che nei giorni scorsi, dopo la circolazione della bozza segreta (smentita dall'assessore) si erano preoccupati.
L'IMPEGNO CON I PRIMARI
Davanti ai medici direttori di strutture e di dipartimenti l'assessore regionale ha ribadito: «Non esiste nessuna ipotesi segreta, solo illazioni messe in giro ad hoc in un momento delicato come quello della programmazione». Rassicurazioni, dunque, sui reparti della Chirurgia della mano e della Procreazione assistita. Due eccellenze che Pordenone si è conquistato nel tempo. L'assessore avrebbe garantito che non saranno toccate e che non dipendono certo da bozze che non esistono. «L'assetto delle strutture complesse e dell'organizzazione ospedaliera - ha detto l'assessore - dipende solo dal Piano aziendale che l'azienda dovrà presentare come ogni anno». Solo un paio di ore prima, in municipio a Pordenone rispondendo ad alcune domande dei cronisti, Riccardi era stato più esplicito. Non solo sui paventati rischi per Pordenone, ma più in genere su ciò che era circolato rispetto al ridimensionamento di San Vito e in genere sulla riorganizzazione che si profila per i distretti e la sanità territoriale. «Se noi - ha affermato - continuiamo a pensare che uno scrive una propria idea e quella diventa la bozza segreta non facciamo il bene del sistema. Bisogna finirla di trovare provocazioni, strumentalizzazioni, reazioni. Magari per difendere delle rendite di posizione sulle quali in venticinque anni nessuno ha avuto il coraggio di mettere le mani. Se vogliamo salvare la sanità pubblica dobbiamo tenere le cose che funzionano e le cose che sono superate dobbiamo avere il coraggio di cambiarle».
STRUMENTALIZZAZIONI
Insomma, solo strumentalizzazioni e lotte interne. Magari scaturite dalla fuga di alcune ipotesi di lavoro ancora informali dove ci si era magari dimenticati di indicare i reparti di eccellenza di Pordenone. Ma per essere ancora più esplicito (in particoare su San Vito, dove l'assessore già domenica scorsa aveva portato le sue rassicurazioni al sindaco Di Bisceglie) Riccardi aveva aggiunto: «L'assetto ospedaliero del Friuli occidentale continuerà a essere basato sull'ospedale hub di Pordenone e sue due centri periferici di San Vito e Spilimbergo sulla base di valutazione oggettive dei fabbisogni. La programmazione ospedaliera non si fa in una sede di partito - l'attacco - La sanità ha bisogni di casistiche, non di certificati di residenza su alcuni territori piuttosto che su altri». Chissà se la partita è chiusa del tutto?
Davide Lisetto
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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