Il giudice gli concede i domiciliari: ieri sera è rientrato nella casa di Meolo

Giovedì 14 Febbraio 2019
Il giudice gli concede i domiciliari: ieri sera è rientrato nella casa di Meolo
MEOLO
In carcere c'è rimasto poco più di 24 ore. Ieri sera, alle 20.30, Francesco Crosera è tornato a casa per gli arresti domiciliari. Questa la decisione del gip di Sassari che, ricevuti gli atti dalla collega Barbara Lancieri, ha deciso di rinnovare l'ordinanza ma di disporre, appunto, una misura meno costrittiva per l'imprenditore nautico di Meolo. Probabile che il giudice abbia considerato che l'episodio era avvenuto tempo addietro. La decisione e il processo si terranno appunto in Sardegna perché i fatti sono avvenuti ad Alghero. Oggi sarebbe stato previsto l'interrogatorio per Crosera, ma il suo avvocato, Renato Alberini, sta ancora studiando le carte quindi probabile che decida di non esporlo ad ulteriori rischi. Con ogni probabilità, quindi, si avvarrà della facoltà di non rispondere.
Da oggi, appunto, inizieranno anche tutti gli altri interrogatori per i sette arrestati nell'inchiesta dei Ros, coordinati dal pubblico ministero Paola Tonini.
Domenico Multari, il boss ndranghetino radicato da 30 anni nel Veronese, come ricostruito dagli inquirenti, era riuscito a estorcere a due imprenditori di Padova e Verona una cifra vicina al milione di euro, tanto da ridurli sul lastrico e costringerli, in certi casi, a lasciare la propria casa.È il caso del padovano, titolare di un'impresa di forniture in legno, costretto a vivere in una roulotte, e aiutato dai servizi sociali del suo Comune di residenza. La sfacciataggine di Multari e dei suoi fratelli esplodeva anche nei confronti dei custodi giudiziari delle loro case che dovevano essere messe all'asta. Per far desistere ispezioni e visite di potenziali acquirenti, i toni erano durissimi. «Avvocà, gli ho detto- attacca in una conversazione Carmine Multari -...lei non ha capito un c. dalla vita, perché te...stai uscendo con le tue gambe, non te le ho squartate a due. Che c. vuoi più dalla vita?» Atteggiamento in cui il boss, Domenico, si inserisce ricordando al legale il suo passato criminale: «Chi sa se ho ucciso, se non ho ucciso».
GLI ALTRI
In carcere, oltre a Domenico, sono finiti i suoi fratelli Fortunato (51, anche lui di Zimella) e Carmine, 55, di Lonigo (Vicenza), Dante Attilio Mancuso, 63 anni, calabrese di Isola Capo Rizzuto (Crotone). Domiciliari per il 24enne, Antonio Multari, figlio di Domenico e anche lui residente a Zimella, e il calabrese di Cutro Mario Falbo, 47 anni.
D.Tam.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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