IL GIORNO DOPO
MIRANO La notizia dello schianto tremendo sulla Triestina arriva

Lunedì 17 Giugno 2019
IL GIORNO DOPO MIRANO La notizia dello schianto tremendo sulla Triestina arriva
IL GIORNO DOPO
MIRANO La notizia dello schianto tremendo sulla Triestina arriva a Mirano nella serata di sabato, dopo cena. Andrei Boaghe e la figlia Ana Maria vivevano in un appartamento al civico 88 di via Gramsci, quartiere popolare a due passi dal centro città. Lui, 35 anni, che era alla guida del van, lei solamente 12, seduta dietro di lui, non hanno potuto sopravvivere al tremendo schianto contro il bus di linea.
La ragazzina frequentava la seconda media alla scuola Leonardo Da Vinci, aveva da poco terminato l'anno scolastico e questi erano per lei i primi giorni di vacanza. Ferita anche la cugina di lui, Felicia di 14 anni, che viaggiava in auto con loro e che in questi giorni avrebbe dovuto iniziare gli esami di terza media nello stesso istituto. Ora è in prognosi riservata a Mestre: le sue condizioni sono critiche. E feriti sono anche gli altri occupanti della Volskwagen Touran: la moglie di Andrei, Ljudmila Cavadji, 37 anni, anche lei ricoverata a Mestre e gli altri due figli della coppia, Riccardo di 5 anni, ricoverato a Padova, non ancora fuori pericolo e la sorellina Nicoletta di sei in ospedale a Treviso.
LA GIORNATA AL MARE
Tornavano tutti da Jesolo, dopo una giornata trascorsa in allegria in spiaggia. La vita di Andrei e Ana Maria (figlia di lui nata da una precedente relazione) si è interrotta sulla via del ritorno, quando mancavano ormai pochi chilometri a casa. C'è poi l'apprensione per la sorte del più piccolo della famiglia, che ora lotta per sopravvivere. Meno gravi le condizioni dell'altra bambina e della loro mamma, che tuttavia è stata colta da uno choc profondo e ricorda poco dell'accaduto: è in reparto, sotto osservazione per un trauma cranico. Il magistrato di turno ha già messo a disposizione dei familiari le salme di padre e figlia. I mezzi coinvolti nell'incidente sono stati posti sotto sequestro. Oltre al Van dei Boaghe e al bus dell'Atvo, guidato da un 49enne, anche lui rimasto ferito, con due passeggere a bordo (illese), è finito nei verbali dei vigili del Reparto motorizzato di Venezia un terzo veicolo che seguiva il Touran, investito dai detriti scagliati dal botto tremendo, che ha ridotto l'auto dei moldavi a un ammasso di lamiere.
COMUNITÀ SOTTO CHOC
Una vicenda tragica che ha distrutto una famiglia e la cui eco ha subito raggiunto Mirano in una calda serata di movida in piazza. I Boaghe, originari della Moldavia, vivevano in città da una decina d'anni: una famiglia giovane e bellissima, come li descrivono conoscenti e vicini di casa, persone tranquille, molto legate, dedite al lavoro e alla crescita dei figli. Andrei e la moglie si erano costruiti una vita qui in Italia, trovando lavoro e crescendo i figli. Lui era idraulico, lavorava per Veritas, dopo aver fatto in passato anche il muratore e con la moglie, che svolgeva lavori saltuari e con i figli, viveva anche la madre di lui, che fa la badante, e che ora è in stato di forte shock emotivo. Per tutti un gran lavoratore, qualcuno dei conoscenti si spinge a dire che forse la stanchezza di una settimana si è fatta sentire proprio sabato sera, tradendolo mentre guidava in un momento di relax. Nella comunità moldava di Mirano lo sgomento è enorme: «Siamo sconvolti - racconta una connazionale - è una tristezza che non possiamo spiegare a parole. Andrei è partito per una gita al mare, una giornata tranquilla con la famiglia e invece non è più tornato. Ci eravamo visti solo il giorno prima». «Ci hai lasciati senza parole - aggiunge un altro miranese di origini moldave - ha lasciato un vuoto nei nostri cuori e ora speriamo solo che il piccolo e le altre persone ferite nell'incidente tornino presto a casa». «È un momento di dolore per tutta Mirano - ha detto la sindaca Maria Rosa Pavanello - l'unica cosa che mi sento di dire è che come città siamo molto vicini ai familiari. E che pregheremo tutti perché le condizioni del bambino più piccolo, che pare grave, migliorino. È difficile pensare che un giorno di spensieratezza si possa trasformare in una tragedia così grande».
Filippo De Gaspari
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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