IL FUTURO DEL COLLE
BELLUNO Il nuovo decreto di Giuseppe Conte fa tremare il

Lunedì 26 Ottobre 2020
IL FUTURO DEL COLLE BELLUNO Il nuovo decreto di Giuseppe Conte fa tremare il
IL FUTURO DEL COLLE
BELLUNO Il nuovo decreto di Giuseppe Conte fa tremare il Nevegàl. La stretta che interessa gli impianti di sci sembra un altro ostacolo. Ma i vertici della società vogliono essere fiduciosi. L'intento era quello per aprire a ridosso del Natale e da oggi, infatti, stando al Dpcm, saranno chiusi gli impianti nei comprensori sciistici (fatto salvo un intervento della Regione). Impianti che possono essere utilizzati solo da atleti professionisti e non professionisti, riconosciuti di interesse nazionale dal Comitato olimpico nazionale italiano (Coni), dal Comitato italiano paralimpico (Cip) o dalle rispettive federazioni per permettere la preparazione finalizzata allo svolgimento di competizioni sportive nazionali ed internazionali o lo svolgimento di tali competizioni.
L'ESPERTO
Il direttore tecnico sportivo di Nevegàl 2021, Alessandro Molin, anche responsabile del personale e dei rapporti con sci club e gare, ieri si trovava sul ghiacciaio della Marmolada: «Qui gli impianti rimarranno aperti, il nuovo Dpcm dice tutto e niente ma mantiene salva l'attività agonistica afferma Molin -. Al momento siamo tutti chiusi, ma non è detto che questa forma di lockdown andrà avanti per mesi. Ad ogni modo, noi prima del 20 dicembre non pensavamo di aprire. Mancano poco meno di due mesi, 50 giorni. Contiamo di andare avanti fiduciosi, è l'ulteriore ostacolo da superare, ma lo è per tutti. Forse abbiamo qualche vantaggio, in fondo se si chiude adesso, forse a Natale ci sarà modo di riaprire». Per il comprensorio del Nevegàl non c'è mai una gioia. Neanche 24 ore di moderata felicità, dopo mesi e mesi di stenti e di incertezze, che arriva un'altra restrizione, da parte del Governo. Ripercorrendo le vicende, tutto parte dalla comunicazione dell'Alpe del Nevegàl srl che avverte il Comune e gli operatori che la stagione invernale 2019-20 sarà l'ultima. Poche le nevicate, molti gli sforzi per innevare le piste. Gli impianti vengono aperti a ranghi ridottissimi: la Coca bassa, il campo scuola e il raccordo. Arriva il coronavirus, viene imposta la chiusura. Pochi giorni dopo, la beffa: arriva la neve.
I PROGETTI
Da quel momento si comincia a parlare, in modo concreto, di che ne sarà ddl comprensorio che insiste sull'altopiano ai piedi del Col Visentin. Il Comune di Belluno incarica una società bolognese, la Paragon Business Advisors, di realizzare un piano economico-finanziario sulla sostenibilità economica dell'operazione di acquisizione degli impianti. Nel frattempo gli operatori e molti appassionati sperano che la stagione estiva veda funzionare le seggiovie del Colle, ma così non è. Si ricomincia a sperare per la stagione invernale, ma lo studio della Paragon è molto discusso dalla maggioranza. Nel frattempo l'Alpe del Nevegàl srl va in liquidazione. La cordata di imprenditori che si è sempre detta disponibile a creare una società che possa partecipare al bando pubblico per la gestione del comprensorio sceglie di creare una mini società ponte pronta a sostenere la stagione invernale, ma solamente dopo aver ricevuto la garanzia che il Comune si impegna formalmente ad acquisire tutti gli impianti, in funzione e dismessi, a marzo. Così avviene, il sindaco e la maggioranza propongono una delibera con gli atti di indirizzo. E così Massimo Slaviero (ad di Unifarco), Lionello Gorza (Consorzio Dolomiti Prealpi e responsabile degli impianti da sci del Monte Avena), Roberto Pierobon (per 20 anni presidente del Collegio veneto dei maestri di sci) e Alessandro Molin (direttore Scuola Sci Nevegàl) vanno dal notaio e fondano Nevegàl 2021.
Federica Fant
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