IL FIGLIO DELLA VITTIMA
SANTA MARIA DI SALA (VENEZIA) In arresto, ma sparito.

Sabato 15 Dicembre 2018
IL FIGLIO DELLA VITTIMA
SANTA MARIA DI SALA (VENEZIA) In arresto, ma sparito. L'euforia di Adriano Sabbadin, figlio di Lino, il macellaio ucciso dai Proletari armati per il comunismo di Cesare Battisti, è durata 5 minuti appena. Il tempo di ricevere in piena notte, dopo la prima, una seconda telefonata da parte di un corrispondente in Brasile, da tempo in contatto con la famiglia Sabbadin, che gli ha comunicato che sì, c'è il mandato d'arresto, ma Battisti attualmente risulta irreperibile.
La beffa, insomma, continua e Sabbadin pare ormai rassegnato a credere che Battisti potrà scontare davvero la sua pena solo quando lo vedrà scendere da un aereo su suolo italiano. «Le telefonate - racconta Adriano - sono arrivate di notte. La prima mi ha tirato giù dal letto per comunicarmi la notizia del mandato d'arresto. Pareva la volta buona, l'ennesima: finalmente si faceva riferimento alla possibilità concreta di un'estradizione. Cinque minuti dopo mi hanno richiamato per dirmi che l'avvocato non ha più sue notizie da novembre. In pratica non si sa dove sia».
Come sempre Sabbadin non nomina mai Battisti. Anche se lo aspetta da 40 anni, tutti passati a lavorare in quella macelleria dove quel 16 febbraio 1979 sentì gli spari dal retrobottega e vide suo padre cadere sotto i colpi dei terroristi rossi. Non si illude più Adriano Sabbadin: in questi anni ha partecipato a serate, commemorazioni, incontri per chiedere l'estradizione di Battisti. Lui, di là dell'oceano, ha continuato la sua fuga, spesso apparendo in tv e rilasciando interviste, messo al sicuro dai governi Lula e Roussef.
Sabbadin non ha mai chiesto vendetta, solo giustizia. Adesso la musica sembra cambiata: Matteo Salvini in Italia e Jair Bolsonaro in Brasile sembrano concordi nel voler riportare l'ex capo dei Pac in Italia. Ieri la notizia del mandato d'arresto per Battisti spiccata dall'Alta Corte brasiliana per il rischio che l'ex terrorista possa fuggire in vista di un'eventuale estradizione, forse mai così vicina. Nei giorni scorsi Sabbadin ha anche scritto al ministro dell'Interno italiano, chiedendo il massimo sforzo possibile. «È la mia letterina di Natale - spiega - mi auguro che sia la volta buona. Non credo ci saranno regali sotto l'albero ma spero nel nuovo anno: nel 2019 ricorrono i 40 anni esatti dall'assassinio di mio padre. Spererei di ricordarlo sapendo di avergli dato la giustizia che da tanto tempo merita e che non ha ancora avuto».
Filippo De Gaspari
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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