Il dolore dei Benetton «Carlo, lasci un vuoto»

Giovedì 12 Luglio 2018
LA FAMIGLIA
TREVISO «La scomparsa di Carlo lascia un immenso vuoto». Nel muro fitto del riserbo famigliare, il dolore dei fratelli Benetton assume parole precise. Luciano, Giuliana, Gilberto hanno perso il quarto moschettiere. «Abbiamo condiviso i momenti più belli di una vita piena di impegno e umanità» commentano. La squadra vincente è ora mutilata, e ad andarsene, a 74 anni nella notte tra lunedì e martedì, è stato proprio l'ultimo dei magnifici quattro. Il più giovane, il più fisico, il più forte. Uno sfregio del destino: la famiglia Benetton, che della coralità aveva fatto un valore distintivo, dovrà camminare su tre sole gambe.
LA SCOMPARSA
Neppure sei mesi dalla diagnosi e Carlo, l'ultimogenito è mancato nella sua villa in viale Vittorio Veneto lasciando una città scossa e ancora incredula. Luciano e Giuliana, i due maggiori. Gilberto e Carlo i piccoli di famiglia: creatività e concretezza, ecco la ricetta del successo del quartetto. Uniti da sempre nelle scelte strategiche e così diversi d'indole. Giuliana lavoratrice e fortissima, pilastro come solo le donne sanno essere; Luciano creativo e frontman, socialitè e testimonial, Gilberto macchina finanziaria della dinastia e Carlo uomo della produzione e degli approvvigionamenti. L'ingresso in azienda a 22 anni, quando Benetton da fabbrica a locazione famigliare diventa azienda vera e propria. «Avevamo scelto Ponzano perchè in quella zona c'erano notevoli sgravi fiscali» ricordava Luciano Benetton. Nel nulla di quella campagna battuta dalla pioggia e dall'afa è cresciuto il miracolo a colori del brand. Produzione, costi e materia prima: toccherà a Carlo, pochi anni dopo, la difficile trattativa col governo argentino per le estancias in Patagonia. Ma quelle distese, quegli abissi, qui silenzi lo avevano fatto innamorare. E' il 1991 e i Benetton diventano i più importanti latifondisti dell'Argentina. Dal lavoro ai sentimenti, nella vita del quarto Benetton si avvicendano tre compagne, cinque figli, e una tragedia. E' il 1995 quando Carlo in Nuova Guinea viene raggiunto dalla notizia che Stefano, il suo quartogenito, è rimasto vittima di un incidente stradale nell'Oregon. E' il vuoto: con il conforto della famiglia quell'uomo decisionista e schivo si riprende. E la vita aziendale e famigliare ritrova il suo smalto.
L'AGRICOLTURA
Nel 1998 arriva l'acquisizione di Tenuta Macarrese. Una borgata di Fiumicino destinata a diventare la prima azienda agricola d'Italia. Carlo ci riversa tutte le sue energie: si improvvisa in agricoltura e pigia il pedale sull'acceleratore dell'innovazione e della sostenibilità. I fratelli approvano. E' sempre stato così per loro: la famiglia al primo posto. Per Carlo, forse, più che per gli altri. Leone, il suo quartogenito dopo la scomparsa di Stefano, rinsalda nel nome la memoria di quel padre conosciuto appena, morto quando era ancora molto piccolo. E villa Rosa, dove ha chiuso gli occhi per sempre nella notte tra lunedì e martedì scorso, perpetua il ricordo della madre, donna tenace, propositiva che insegnò ai figli l'ottimismo e il coraggio. Insieme sono riusciti a fare tutto, i fratelli. A rialzarsi, ricominciare, riprendere in mano le redini della United Colours nel momento più duro per l'azienda.
LA MALATTIA
Poi la diagnosi. E per Carlo è iniziato un purgatorio di cliniche, medici, speranze. Dieci giorni fa l'ìmproviso aggravamento: ha chiamato piano piano gli amici cari, i famigliari. Ha voluto salutarli uno ad uno. E si è spento nel cuore della sua città, tra le cose care e gli affetti più solidi. Ora che l'amato fratello, come hanno voluto vergare nell'epigrafe, non è più fisicamente con loro, i Benetton si chiedono come riusciranno ad arginare questo colpo durissimo della sorte. «Un aspetto singolare è che io, mai, ho assistito a una discussione o uno scontro tra di loro.. e io li conosco tutti bene». Fabrizio Cerchiai, manager di Edizioni e Atlantia nel 2015 raccontava con scarne parole le ragioni di uno dei maggiori successi dinastici italiani. Dietro un patrimonio che Forbes ha stimato in 3,4 miliardi di dollari procapite stava questo: il legame granitico e la famiglia come religione.
Elena Filini
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