Il coetaneo Mauro Corona: «Salirò da lui per abbracciarlo»

Venerdì 25 Settembre 2020
Il coetaneo Mauro Corona: «Salirò da lui per abbracciarlo»
UN ESTIMATORE SPECIALE
ERTO Reduce da una puntata infuocata di Carta bianca, Mauro Corona in un primo momento rifiuta di parlare, convinto che la telefonata sia dovuta alla volontà di strappare un commento dopo il confronto accesissimo con Bianca Berlinguer, conduttrice del programma di Rai3, andato in onda martedì sera. Ma quando scopre che il colloquio riguarda Maurilio De Zolt, cambia la musica. Mauro ritrova la consueta disponibilità e apre il cuore per un coetaneo speciale. «Io ho compiuto 70 anni il 9 agosto, adesso tocca a Maurilio. Penso di andare su a Campolongo, voglio abbracciare quest'uomo che ha dato tutto allo sport italiano».
INTERVISTA GALEOTTA
Corona come un fiume in piena, ricordando anche quanto fosse rimasto colpito dall'intervista a De Zolt pubblicata dal Gazzettino a metà aprile, in pieno lockdown, quando si ipotizzava una riapertura graduale, lasciando però a casa proprio chi aveva qualche anno in più. Noi settantenni non vogliamo gabbie era il titolo, che conquistò l'attenzione dell'amico ertano, specie quando Maurilio diceva gli alberi non contagiano me e io non contaglio gli alberi. «Al di là di quello che dice il premier Conte, io e De Zolt saremmo capaci di portarcelo nello zaino, fino in cima al Peralba». Al Grillo di Presenaio vuole dire solo «vai avanti così, tu che hai mostrato al mondo l'importanza dello sport. Praticarlo consente di evitare medicine e farmacie. E allora speriamo di festeggiare insieme anche gli 80 anni. E poi i 90, forse anche i 100 anni...».
LA METAFORA
Lo scrittore-scultore trova un paragone curioso, «Maurilio De Zolt è come la meridiana, dà le ore senza fare casino». Ci arriva d'istinto, mentre parliamo dell'esempio che il Grillo ha dato quasi inconsapevolmente. Lui sciava, vinceva, perdeva, dava sempre tutto. Sempre e comunque. «Ha insegnato ad amare la fatica - racconta ancora lo scrittore ertano, così legato al mondo bellunese, anche quello sportivo - certo non la stessa fatica che provavo io da giovane lavorando nelle cave di marmo, però è il valore della fatica a contare. Chi lo conosce, chi lo ama diventa più tollerante verso il prossimo». Per tutti questi motivi, Mauro riconosce al coetaneo Maurilio di essere «una persona seria. Il suo esempio concreto ha trascinato tanti campioni. Hanno seguito la sua scia e hanno vinto tante medaglie».
LA DIVERSITÀ
La diversità del Grillo di Presenaio che, si percepisce, Corona ammira profondamente, sta nel non volere strafare, nel saper stare al proprio posto, interpretando i trionfi senza trasformarli per forza in qualcosa di epico. «Ha fatto il suo lavoro, non come quegli sportivi che iniziano ogni discorso dicendo io sono.... Quelli sono pifferai».
M.F.
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