Il Cnr: «Clima pazzo, poteva essere un altro 12 novembre»

Giovedì 10 Dicembre 2020
Il Cnr: «Clima pazzo, poteva essere un altro 12 novembre»
L'ESPERTO
VENEZIA «Martedì poteva andare molto peggio: se ci fosse stato il picco di marea in concomitanza con il picco astronomico, sarebbe stato un altro 12 novembre». Parola dell'oceanografo Georg Umgiesser, dal 1991 primo ricercatore Cnr Ismar di Venezia, che giusto qualche giorno fa, in un tavolo congiunto con il centro Maree e Arpav aveva segnalato insieme ai colleghi la specialità della situazione, annunciando che si entrava in una settimana cruciale.
«In questi primi dieci giorni di dicembre abbiamo registrato una media di 74 centimetri in Punta della Salute. Siamo al di sopra della soglia di normalità di 34 centimetri. A questo si è aggiunto il vento, che ora è in attenuazione e che ha reso estremamente incerta la previsione. Non dimentichiamo che il fenomeno dell'anno scorso era una specie di hurricane, raro per il Mediterraneo».
Insomma, secondo Umgiesser, si verificano ormai fenomeni destabilizzanti mai registrati prima, che rendono difficile anche fare le previsioni, che si basano su modelli che danno risultati tutti diversi. E aumentano gli episodi estremi, anche per effetto dei cambiamenti climatici, con il contemporaneo apporto della subsidenza e dell'aumento del livello del mare a livello planetario. Anche se alla fine di questa settimana dovrebbe tornare l'alta pressione e per i prossimi due mesi si potrebbe tirare un sospiro di sollievo.
«Negli ultimi 150 anni il trend di variazione del livello è stato di circa 2,5 mm/anno. Invece dal 1872 al 2019, basandosi sui dati del mareometro (al netto degli effetti di subsidenza) il dato è di 1,23 ± 0,13 mm all'anno. La subsidenza ha quindi contribuito per la metà all'innalzamento del livello del mare - sostiene il ricercatore - Infine negli ultimi decenni si è osservato un tasso di innalzamento del livello del mare più elevato, ma più incerto, stimato in circa 2,76 ± 1,75 mm/anno tra il 1993-2019 per la sola componente climatica. È probabile che d'ora in avanti assisteremo a una significativa variabilità sia all'interno dell'anno, con maree fuori stagione, sia nel corso dei decenni del livello del mare veneziano».
Anche se rimane irrisolta la questione del contrasto tra la capacità di osservazione degli indicatori di marea e l'altimetria satellitare, perchè quest'ultimo strumento non copre la Laguna di Venezia.
Umgiesser ipotizza, in una pubblicazione firmata insieme ad altri ricercatori, un probabile intervallo di innalzamento medio del livello del mare a Venezia entro il 2100 tra gli 11 e i 110 centimetri. E addirittura ci sarebbe uno scenario improbabile, ma possibile, di circa 170 centimetri di innalzamento medio entro la stessa data.
In supporto a questa incertezza il sottosegretario Pierpaolo Baretta ricorda la necessità del Centro internazionale per gli studi climatici a Venezia. «La velocità dei cambiamenti climatici presuppone una maggiore attenzione fra le previsioni e la realtà - sostiene Baretta - Poi, certo, è necessario abbassare le quote oltre le quali azionare il Mose e accelerare i marginamenti, il completamento della conca di Malamocco e altri sistemi per poter fare accedere navi. E soprattutto accelerare le procedure di allerta perché le previsioni cambiano rapidamente».
Raffaella Vittadello
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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