IL CASO
VILLORBA Prima ha cullato il sogno di riportare il verde al posto dei

Sabato 9 Marzo 2019
IL CASO
VILLORBA Prima ha cullato il sogno di riportare il verde al posto dei capannoni. Poi quello di trasformare gli stabili vuoti in una cittadella dello sport indoor. Non è andata a buon fine né l'una né l'altra cosa. Ma forse è stata aperta una strada. Marco Serena, sindaco di Villorba, è stato uno dei primi a inseguire il sogno di riconvertire un'area artigianale semi abbandonata a causa della crisi. Sono anni che prova a rilanciare la zona industriale delle Castrette, una delle più grandi della Marca, tra la Pontebbana e la Postumia.
LA STORIA
Nel 2014 aveva stanziato un fondo speciale da 100mila euro per distribuire incentivi agli imprenditori che fossero stati pronti a demolire i loro capannoni vuoti. Ma la proposta fece un buco nell'acqua. «All'epoca pensavamo fosse una buona idea provare a riconvertire la zona industriale in questo modo spiega Serena ed evidentemente è ancora una buona idea. Oggi, dopo quasi sei anni, i tempi potrebbero essere maturi per una soluzione del genere. Anche se adesso le aree della zona industriale che godono di maggior visibilità, lungo la Pontebbana e la Postumia, stanno ripartendo sotto il profilo economico». Nel 2014 non c'erano solo gli incentivi per coprire il 40% delle spese di demolizione. Il Comune garantiva alle aziende anche un credito edilizio pari almeno alla cubatura della struttura rasa al suolo. Si puntava sostanzialmente a spostare parte della zona industriale nel quadrante del futuro casello della Pedemontana. «Queste sono le indicazioni regionali per quanto riguarda le aree produttive», sottolinea il sindaco. Ma non bastò. E alla fine dell'anno scorso è sfumata anche l'ipotesi di realizzare una cittadella dello sport.
L'INTENTO
L'obiettivo era dar vita a una sorta di Gardaland dell'attività fisica riconvertendo 90mila metri quadrati di capannoni. Sembrava tutto pronto. A partire dello studio di fattibilità da 12,5 milioni di euro. C'era l'interessamento di Mauro Benetton, figlio di Luciano, capostipite della famiglia United colors che ha già firmato la Ghirada a Treviso, in compagnia del fondo d'investimento tedesco Gregory Schmerz Investment. Così come quello di quasi 200 aziende dello sport del territorio. Ma è saltato tutto. Non è stato trovato l'accordo con i proprietari per l'affitto dei capannoni. In particolare per l'immobile più importante: quello dell'ex Panorama. «Oggi non ci sono più le condizioni per il progetto della cittadella dello sport conferma il sindaco sappiamo comunque che c'è ancora dell'interesse per dare una destinazione sportiva almeno a una parte degli immobili». A proposito della zona del futuro casello della Pedemontana, infine, nei giorni scorsi Serena ha incontrato Bruno Zago, patron della Pro-Gest che ha acquisito l'immobile dell'ex Maber, rimasto abbandonato per anni, che sorge proprio davanti al quartier generale di Benetton. In ballo c'è un'operazione di rilancio tra i 15 e i 20 milioni di euro. Il destino di quei 45mila metri quadrati, però, è ancora da scrivere. «L'unica cosa sicura tirano le fila dal municipio è che non potrà nascere un nuovo centro commerciale».
Mauro Favaro
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci