IL CASO
VIGONZA La scomparsa di Edith Blais e Luca Tacchetto è ancora avvolta

Mercoledì 9 Gennaio 2019
IL CASO
VIGONZA La scomparsa di Edith Blais e Luca Tacchetto è ancora avvolta da un grande mistero, ma le lancette di questa storia vanno portate avanti di dodici ore. Eravamo fermi alle 23.57 di sabato 15 dicembre, quando il trentenne architetto di Vigonza ha inviato alla famiglia un video dall'interno di un ristorante di Bobo-Dioulasso, la seconda città del Burkina Faso. Quella, però, non è più l'ultima traccia. Ora sappiamo infatti che i due giovani hanno passato la notte a casa di Robert Juilloteau, un amico francese di 64 anni conosciuto una settimana prima alla frontiera, e sono ripartiti al mattino seguente.
«Abbiamo fatto colazione assieme - conferma l'uomo, contattato telefonicamente dal Gazzettino -, poi loro si sono rimessi in viaggio. Volevano andare a visitare la vecchia moschea in città. Poi avrebbero dovuto raggiungere la capitale Ouagadougou per le pratiche necessarie ad ottenere un nuovo visto, quello necessario all'ingresso in Togo». In quel nuovo Paese, però, Edith e Luca non sarebbero mai arrivati. «Temo sia successo qualcosa di grave» mormora al telefono il signor Robert, già interrogato dalle forze di polizia. Lui e sua moglie, una donna del Burkina Faso, sono state dunque le ultime persone a vedere ufficialmente la coppia nella mattinata di domenica 16 dicembre.
IL PIANO
I due ragazzi, partiti da Vigonza a bordo di una Renault Megane lo scorso 20 novembre, avevano attraversato Spagna, Marocco, Mauritania e Mali prima di giungere in Burkina Faso. Era il loro viaggio dei sogni, lungo diecimila chilometri. Sarebbero dovuti arrivare in Togo e lavorare per un mese come volontari in un villaggio residenziale legato al progetto Zion'Gaia, ma non ci sono mai arrivati.
Quella domenica mattina il rampante architetto padovano e la ragazza di quattro anni più grande, cuoca con la passione per la pittura, avevano salutato Robert e sua moglie garantendo che si sarebbero presto rivisti. «Prendiamo il visto e poi torniamo a Bobo, così ci salutiamo. Poi noi andiamo in Togo». Ma a Bobo i due non sono più tornati, la loro auto è scomparsa e i loro cellulari hanno fatto perdere all'improvviso ogni traccia.
LE INDAGINI
L'angoscia è il sentimento che accomuna da tre settimane due famiglie, una a Vigonza e l'altra a Sherbrooke, nella regione canadese del Quebec. Proprio in Canada i due giovani si erano conosciuti l'anno scorso, promettendosi con occhi sognanti di andare a scoprire il mondo assieme.
Il padre Nunzio Tacchetto, ex sindaco di Vigonza, ha allertato informalmente i carabinieri pochi giorni dopo il 15 dicembre e poi ha presentato formale denuncia di scomparsa alla vigilia di Natale. I funzionari della Farnesina e gli uomini dell'Interpol si sono messi subito al lavoro e lunedì la Procura di Roma ha avviato formalmente un'inchiesta dopo aver ricevuto da Padova un fascicolo, al momento senza indagati e senza ipotesi di reato. Intanto, parallelamente, si stanno muovendo molte altre realtà che hanno contatti solidi in Burkina Faso, come ad esempio i missionari comboniani e i volontari dell'associazione Aes.
LE PISTE
«A questo punto, l'ipotesi più plausibile è quella del rapimento da parte di un gruppo di terroristi islamici, che si sostengono grazie a rapimenti, estorsioni e traffico di droga». Lo ha sottolineato Efrem Tresoldi, direttore di Nigrizià, il mensile delle Missioni Africane. «Quella è un'area di presenza terroristica e di un continuo flusso migratorio dalla fascia Sahariana che passa dal Sahel. E il Burkina Faso che fino al 2016 era immune da questi fenomeni terroristici, negli ultimi anni è diventato un paese a rischio: soprattutto nel nord del paese i movimenti jihadisti hanno cominciato ad operare con attentati sanguinosi come quello dell'anno scorso nella capitale».
Non si scartano affatto però tutte le altre piste fin da subito vagliate: un incidente in un posto isolato, una rapina finita nel sangue, un arresto con conseguente detenzione illegale. La Farnesina opera in silenzio per non inquinare le ricerche.
Gabriele Pipia
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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