IL CASO
ROMA «Nessuna pressione su Panama». Il ministro dell'Interno

Lunedì 24 Settembre 2018
IL CASO
ROMA «Nessuna pressione su Panama». Il ministro dell'Interno Matteo Salvini respinge le accuse lanciate da Msf e Sos Méditerranée, le Ong che denunciano un ricatto del governo italiano affinché alla nave Aquarius2, che pattuglia il Mediterraneo e adesso rischia di trasformarsi in una nave pirata, fosse tolta la bandiera. Dall'Italia sarebbe invece partita una denuncia sulla violazione delle procedure.
«È evidente - ha commentato Salvini - che nessun Paese al mondo voglia prendersi la responsabilità di essere identificato con una nave che intralcia le operazioni di soccorso in mare, rifiuta il coordinamento con la guardia costiera libica, attacca alcuni governi democratici come quello italiano, pretende di distribuire clandestini in Europa e carica decine di persone pur essendo oceanografica». Per due volte, a giugno e ad agosto, Salvini si è rifiutato di fare attraccare la nave, che in entrambi i casi ha vagato con centinaia di persone a bordo per più di dieci giorni.
LA VICENDA
L'iter per togliere la bandiera ad Aquarius è partito il 21 settembre. E tre giorni fa era stato il quotidiano panamense La Prensa ad annunciarlo «Per avere disatteso le procedure internazionali in materia di immigranti e rifugiati assistiti al largo delle coste nel Mediterraneo - si leggeva nell'articolo - l'amministrazione marittima panamense ha avviato l'iter per annullare d'ufficio la registrazione della nave Aquarius2, ex Acquarius. Questa nave ha registrato la prima immatricolazione in Germania e circa un mese fa è arrivata a Panama».
«L'autorità marittima di Panama - riportava ancora la Prensa - ha riferito che la denuncia principale proviene dalle autorità italiane, che hanno riferito che il capitano della nave si è rifiutato di restituire gli immigranti e i rifugiati assistiti al loro luogo di origine». Nell'articolo si ricordava che già «l'amministrazione marittima di Gibilterra aveva negato il permesso di Aquarius di agire come un battello di emergenza e anche nel mese di giugno e luglio di quest'anno, ha chiesto formalmente che sospenda le sue operazioni e ritorni al suo stato di registrazione originale come nave oceanografica».
IL POST
Prima che il caso deflagrasse, Salvini lo aveva annunciato su Facebook, minacciando l'equipaggio di Aquarius2 di denunciarlo per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. «Nelle ultime ore i trafficanti di esseri umani hanno ripreso a lavorare, riempiendo barchini e approfittando della collaborazione di qualche Ong. Tra queste - scriveva il ministro - c'è Aquarius 2, che poco fa ha recuperato 50 persone al largo di Zuara e che, secondo alcuni quotidiani, sta per essere cancellata anche dai registri navali di Panama perché è illegale e non rispetta le procedure. Altri due gommoni, con a bordo 100 immigrati ciascuno, sarebbero in navigazione. Pensare che, dopo il caso Diciotti, le partenze dalla Libia si erano azzerate. Possono cambiare nome e bandiera altre mille volte: ma per questi signori i porti italiani restano chiusi e denuncerò per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina chi aiuta gli scafisti». La ricostruzione delle ong è diversa da quella del Viminale. Nelle ultime 72 ore, dicono, la nave ha aiutato due natanti in difficoltà e ora ha 58 persone a bordo. Il team è rimasto «scioccato» dall'annuncio di Panama «di essere stata costretta a revocare l'iscrizione dell'Aquarius dal proprio registro navale sotto l'evidente pressione economica e politica delle autorità italiane».
Le ong accusano l'Italia di aver fatto pressioni su Panama e citano un passaggio della comunicazione ricevuta dalle autorità panamensi in cui si legge che «sfortunatamente è necessario che Aquarius sia esclusa dal nostro registro perché la sua permanenza implicherebbe un problema politico per il governo e la flotta panamense in direzione dei porti europei».
Valentina Errante
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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