IL CASO
ROMA Dopo la selvaggia aggressione a Palermo di un dirigente di Forza

Giovedì 22 Febbraio 2018
IL CASO
ROMA Dopo la selvaggia aggressione a Palermo di un dirigente di Forza Nuova ieri la Digos ha fermato due persone, l'accusa è di tentato omicidio. La linea del Viminale è chiara: contrastare con rigore e puntualità la violenza politica, a destra come a sinistra. Anche perché le ultime ore sono state caratterizzate da altri gravi episodi. C'è stato l'accoltellamento di un attivista di Potere al Popolo a Perugia mentre affiggeva manifesti politici. L'assedio di un gruppo di esponenti di estrema destra agli studi de La 7 a Roma. Sempre nella Capitale, la targa che ricorda l'uccisione degli uomini della scorta di Moro in via Fani è stata imbrattata con la scritta «a morte le guardie», una svastica e una runa.
A dieci giorni dalle elezioni, il livello dello scontro si è alzato come da tempo non succedeva in Italia. Il paragone con gli anni Settanta è fuori luogo, semmai bisogna guardare al fiume di odio che si è ingrossato sui social, ma anche ai fatti di Macerata, dove Traini ha sparato alla cieca contro persone di colore, ricevendo sostegno dall'estrema destra. Questa miscela esplosiva preoccupa gli investigatori anche a Roma: sabato ci sono due cortei, prevista la presenza degli antagonisti, c'è il timore di infiltrazioni dei più violenti ma anche di azioni di cani sciolti dell'estremismo di destra alla ricerca di ritorsioni per l'aggressione di Palermo.
SCENARI
Racconta un investigatore: «In una città come Roma il rischio di azioni violente e contatti tra opposti schieramenti è elevato. Possiamo rafforzare i controlli ai caselli quando ci sono manifestazioni, più complicato fermare i violenti nella quotidianità». Torniamo agli ultimi eventi. Massimo Ursino, dirigente di Forza Nuova di Palermo, l'altra sera è stato circondato da otto persone con i volti coperti da sciarpe, legato mani e piedi, pestato; una ragazza con disarmante cinismo filmava e ripeteva «lo conosciamo, è uno scherzo». Ieri lo sviluppo investigativo: sei persone dei centri sociali nella notte erano state portate in questura dalla Digos, per due (Giovanni Marco Codraro, 26 anni e di Carlo Mancuso di 28), è stato disposto il fermo per tentato omicidio; per altre quattro è scattata la denuncia. Spiegano dalla questura palermitana: «Gli agenti della Digos hanno effettuato numerose perquisizioni presso le abitazioni di alcuni soggetti legati all'antagonismo e presso lo studentato Malarazza. Sequestrati indumenti e mazze». Ursino ha dichiarato: «Sono un soldato politico, aizzata la canea dell'antifascismo».
Forza Nuova, su Facebook, ha scritto un inquietante «nulla resterà impunito», Potere al Popolo ha chiesto al questore di Palermo di proibire il comizio di Fiore di sabato. Dalla Sicilia all'Umbria: a Perugia ieri sera è stato accoltellato un uomo di 37 anni, Mario Pasquino, titolare di un pub e militante di Potere al Popolo. Insieme a un amico, stava attaccando dei manifesti. Erano le 23: sono arrivate quattro persone incappucciate. Pasquino è stato colpito da quattro coltellate, è stato medicato al pronto soccorso.
Gli investigatori stanno valutando un post su Facebook di CasaPound: sostiene che vittime dell'aggressione sarebbero stati in realtà i suoi militanti. Sempre ieri sera, l'assedio di Forza Nuova a La 7: 20 militanti volevano partecipare a DiMartedì per parlare dei fatti di Palermo. Ha spiegato Floris: «Questo non era possibile, sia tecnicamente (era in onda un contributo registrato), sia per ragioni di opportunità. Non mandiamo in onda chi non è invitato».
Mauro Evangelisti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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