IL CASO
MARTELLAGO Lei, vaccinata, si ammala ma guarisce. Lui, non vaccinato,

Martedì 13 Aprile 2021
IL CASO
MARTELLAGO Lei, vaccinata, si ammala ma guarisce. Lui, non vaccinato, si ammala e muore. Fa discutere il caso del contagio contemporaneo, con esito diverso, per i coniugi Libralesso di Martellago, di cui Il Gazzettino ha raccontato ieri: mentre la signora Rosa, 80 anni, ce l'ha fatta a vincere il Covid, suo marito Bruno, di 84 anni, è stato invece vinto dal virus.
Rosa, classe 1941, aveva già ricevuto la prima dose del Pfizer nell'ambito della prima campagna rivolta agli ottantenni. Bruno, al contrario, non si era ancora vaccinato, come conferma la stessa Ulss 3 Serenissima: l'anziano non era in lista d'attesa, era stato convocato anche con la lettera personale che l'azienda sanitaria manda agli assistiti, ma non aveva preso l'appuntamento (non è noto se l'avesse declinato a prescindere o perché già scopertosi positivo).
IL DIBATTITO
La circostanza che la signora si sia ammalata anche se vaccinata, ieri ha animato il dibattito sulla capacità di protezione e gli effetti del vaccino. «Può succedere», interviene il primario di Malattie infettive Sandro Panese, che dirige sia il reparto dell'ospedale dell'Angelo che quello del Civile a Venezia. «È un po' come succede con il vaccino antinfluenzale: non garantisce al 100% l'immunità dalla malattia, ma certamente fa in modo che la sintomatologia sia minore. Non ci devono essere dubbi: il vaccino contro il Covid protegge da forme gravi di malattia e difende dal pericolo di morte, prima di tutti i pazienti fragili che, in quanto tali, sono più esposti. Questo ovviamente è un grandissimo risultato».
LA FIGLIA
La figlia della coppia, Valentina, aveva confermato l'importanza della vaccinazione per la madre, pur se in attesa del richiamo: «Nonostante l'età, ha avuto pochi problemi e si è negativizzata quasi subito. Purtroppo, invece, non è andata così per mio papà». I due coniugi avevano manifestato i sintomi riconducibili al Covid praticamente insieme, un mese fa: l'11 marzo, il tampone rapido aveva dato esito negativo per entrambi, ma due giorni dopo quello molecolare aveva ribaltato il risultato, confermando che erano invece contagiati. Il decorso, poi, è stato favorevole solo per la moglie: l'uomo è spirato domenica al Covid hospital di Dolo dov'era ricoverato in gravi condizioni. Fatali, per lui, le gravi complicanze ai polmoni. «La comunità scientifica ci ha fornito studi adeguati sulla sicurezza e l'efficacia del vaccino riprende Panese . Il fatto che di fronte all'emergenza della pandemia il mondo vada in fretta perché abbiamo l'urgenza di vincerla quanto prima, fa sì che per questo vaccino non ci siano studi ed evidenze di anni e anni come avviene per altri. Alcune informazioni in questo momento inevitabilmente non possiamo averle, tra queste anche quella sul livello di protezione di un organismo quando il virus è lì presente».
IL PRIMARIO
Panese spiega: «Il rischio di ammalarsi non è annullato, ma succede in casi sparuti e non per questo la gente deve avere paura di vaccinarsi. Ribadisco: se capita di ammalarsi avviene in maniera più contenuta che senza vaccino, il quale tutela la persona dal pericolo di morte». Dunque, nessuno spavento e nessuna resistenza a effettuare la profilassi. Da non dimenticare, poi, l'altro lato della medaglia: se anche da vaccinati ci si può contagiare, allora anche da vaccinati si può essere contagiosi, pure in forma asintomatica. «Infatti non bisogna abbassare la guardia raccomanda Panese . Il vaccino non è un libera tutti. Se qualcuno crede che, una volta effettuata la somministrazione, questa sia il lasciapassare per tornare alla vita pre Covid, si sbaglia di grosso. Non esiste una patente di invulnerabilità e le precauzioni vanno tenute sempre, allo stesso modo, tanto più con un tasso di copertura della popolazione ancora basso. L'obiettivo è l'immunità di gregge, ma per questo ci vuole tempo e molto dipenderà anche dai ritmi di fornitura delle dosi. Solo quando la percentuale sarà molto ampia potremo pensare di avere delle sicurezze. Nel frattempo, è indispensabile continuare a comportarsi in maniera responsabile, per sé e per gli altri».
Alvise Sperandio
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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