IL CASO
GENOVA Di fronte al comando dei Vigili del fuoco di Genova qualcuno ha

Domenica 19 Agosto 2018
IL CASO
GENOVA Di fronte al comando dei Vigili del fuoco di Genova qualcuno ha lasciato uno striscione bianco, con disegnato un nastro nero e una scritta in rosso: «14-08-18, grazie ragazzi, Zena (Genova in ligure)». Da mezzogiorno di martedì, subito dopo il crollo, 250 Vigili del fuoco, di Genova, del resto della Liguria, da tutta Italia, gli specialisti delle ricerche tra le macerie e le unità cinofile, stanno lavorando prima per salvare le vite, poi per recuperare i corpi, infine, per mettere in sicurezza la zona. Sono spesso gli stessi volti e le stesse competenze visti in Abruzzo per la tragedia dell'hotel Rigopiano, ma anche ad Amatrice, a Norcia e a Visso, per il terremoto. Ecco, tutto questo spiega perché ieri, al di là dei consensi per il nuovo governo, oltre alla riconoscenza per carabinieri, polizia e protezione civile, il fenomeno inedito è stato rappresentato dal sostegno ricevuto dai vigili del fuoco. Quando alcuni dirigenti del corpo dei Vigili del fuoco, accompagnati dal capo della comunicazione, Luca Cari, sono entrati nel padiglione della Fiera dove stavano per cominciare i funerali di Stato delle vittime di Genova e si sono diretti ai posti che erano stati loro assegnati, si è sentito un applauso scrosciante, partito prima da chi era seduto nelle ultime file, rilanciato poi dal resto della grande struttura.
M.Ev
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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