IL CASO
BELLUNO L'ingiustizia dei fondi di confine. Il caso è stato sollevato

Venerdì 30 Luglio 2021
IL CASO
BELLUNO L'ingiustizia dei fondi di confine. Il caso è stato sollevato ieri in consiglio provinciale da Paolo Vendramini, sindaco di Ponte e consigliere delegato a Palazzo Piloni, che ha parlato anche di fusioni. Poi, a margine dell'assemblea, ha detto di essere pronto ad elaborare un ordine del giorno sul caso insieme ad altri colleghi.
LA DISCUSSIONE
In consiglio provinciale si stava parlando dell'erogazione da parte della Provincia di 500mila euro per la realizzazione della passerella ciclo-pedonale sul ponte di Soverzene, manufatto parte della SP 11. E il consigliere Fabio Lucchetta ha detto: «Lo so che non tutti sono d'accordo circa questo contributo. Ma va considerato che questo, sulla provinciale, è appunto su strada provinciale ed è a senso unico alternato». «Grande o piccolo che sia il Comune è intervenuto il consigliere Danilo De Toni ne ha diritto. Chiedo piuttosto che venga coinvolto anche Enel e si trovi un'ipotesi alternativa al senso unico». Anche Serenella Bogana, sindaco di Alano di Piave e consigliere delegato, dopo aver a sua volta chiesto contributo di Enel, ha aggiunto: «Anche Alano è attraversato da una strada provinciale». Ma arriva proprio da Vendramini l'affondo che dopo aver sottolineato come il ponte di Soverzene per metà cade in territorio pontalpino, aggiunge: «I bambini in età scolare di Soverzene frequentano le scuole di Ponte nelle Alpi. Ma va evidenziato che Ponte nelle Alpi che eroga servizi non riceve niente dai Fondi dei Comuni confinanti perché è un Comune di terza fascia, mentre a Soverzene arrivano tanti soldi perché per 200 metri confina con il Friuli, Regione a statuto speciale (e quindi gode dei fondi Letta ndr). E la questione va ripensata».
REGOLE DA RIVEDERE
«Annualmente ai Comuni di prima e seconda fascia arrivano soldi con i Fondi Letta e con i Fcc. A noi no - ha detto dopo il consiglio Vendramini -. È giunto il momento di rivedere il metodo e rivedere i criteri della distribuzione dei soldi. Io sono contento per Soverzene, ma queste diversità non sono più tollerabili. È vero che sono comuni stati scelti in base a vicinanza, ma vent'anni fa: Provincia è completamente cambiata». «È vero che con i Fcc - precisa poi Vendramini - è stato possibile portare avanti progettualità per l'intera provincia è il caso di Unico Studenti ma ciò accade in alcuni casi». Una posizione condivisa anche da Serenella Bogana, consigliere delegata a e sindaco di Alano di Piave: «C'è una situazione paradossale, pur legittima da una parte ci sono Comuni che godono dei Fcc e dall'altra dei Fondi Letta; poi ci sono Comuni in mezzo, fra cui Alano e Ponte, che devono erogare servizi uguali agli altri Comuni, ma con pesi differenti. Questa situazione crea mal di pancia. E se vogliamo dare un futuro al territorio, bisogna che i Fcc siano gestiti dalla Provincia per aree vaste, anche perché in molti casi, per stessa ammissione dei sindaci, le somme sono rimaste nei forzieri, per incapacità di spenderli e in assenza di personale per gestirli. E se Palazzo Piloni si sta dotando di strumenti adatti, riuscirebbe anche a gestire questa partita». E sulle ciclabili: «È giusto che la Provincia intervenga per migliorare le situazioni critiche in alcune zone dice Bogana - ma poi ci sono Comuni come il mio, ancora più paradossali: a nord ho i Comuni di prima e seconda fascia, a sud tutti i Comuni che hanno i dividendi dell'Asco, cioè del gas; io invece ho grosse difficoltà a chiudere il bilancio. È ora che la politica prenda una posizione; ma i suoi tempi sono molto lontani da quella della realtà». Il presidente Roberto Padrin: «Grazie alla disponibilità dei Comuni di prima fascia, con i Fcc riusciamo a mettere in campo progetti di area vasta; la Provincia ha un ruolo equilibratore ed in questo senso è molto importante il lavoro che stiamo facendo sul Piano strategico provinciale».
FUSIONI
Sempre Vendramini ha posto sul tavolo anche il secondo tema: «È giunto il tempo di parlare anche delle fusioni fra Comuni. È necessario produrre uno studio di fattibilità per vedere anche su quali servizi sia possibile risparmiare. Un esempio partendo dal mio territorio: dovrebbe essere studiato l'asse Longarone-Soverzene-Ponte nelle Alpi». Favorevole alle fusioni anche Bogana: «Non l'ho mai nascosto: o sostengo le fusioni per area vasta perché sarebbe un bene per i servizi da erogare. Purtroppo non siamo riusciti a farla con Quero Vas, ma questo sarà un cardine della prossima campagna elettorale per le amministrative cui mi presenterò». Il presidente della Provincia Padrin: «Gli amministratori devono valutare. In questo momento in cui è difficile trovare sindaci e personale potrebbe essere utile. Ma bisogna valutare caso per caso, ricordando che nemmeno questa è la panacea di tutti i mali».
Giovanni Santin
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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