IL CASO
BELLUNO Ieri in provincia di Belluno c'è stato il settantotto per

Lunedì 20 Aprile 2020
IL CASO
BELLUNO Ieri in provincia di Belluno c'è stato il settantotto per cento in meno dei movimenti rispetto al mese di gennaio. Basta affacciarsi per capire che le cose sono cambiate. Una domenica alle prese con le limitazioni per coronavirus non è neppure lontanamente paragonabile ad una domenica con le piste prese d'assalto dagli sciatori in una stagione invernale che sembrava avere le carte in regola per rimanere negli annali.
L'ANALISI
A tracciare gli spostamenti è un app che registra (in maniera anonima) i movimenti sul territorio. A svilupparla Enel X, controllata di Enel e specializzata in prodotti innovativi, e Here Technologies, multinazionale dei servizi di dati geografici e di mappatura. Il programma stima la variazione degli spostamenti e dei chilometri percorsi dai cittadini sul territorio nazionale, regionale, provinciale e comunale. City Analytics monitora gli spostamenti grazie ai dati raccolti da veicoli connessi, mappe e sistemi di navigazione. Uno strumento che in questo momento ha anche l'obiettivo di capire quanto i cittadini rimangano a casa e quanti invece continuino a muoversi. I dati possono essere consultati gratuitamente fino al 31 maggio 2020. Il sistema offre diversi tipi di comparazione, una relativa ai chilometri percorsi, una relativa agli spostamenti e due relative ai flussi, in entrata e in uscita da un territorio. Insomma chi pensa di spostarsi senza essere visto (dall'elicottero, dal drone o dalla pattuglia a bordo strada) può solo ricredersi. I dati raccolti dall'app sono anonimi e vengono restituiti in modo aggregato, ma i cultori della privacy hanno già materiale a sufficienza per cominciare a farsi qualche domanda in attesa che vengano ufficializzati i dettagli di Immuni, l'app scelta dal governo per garantire il distanziamento sociale.
COSA EMERGE
Per avere la foto di come si stanno comportando i bellunesi durante il periodo in cui a tutti viene imposto di mantenere le distanze bisogna riportare il calendario al sette di marzo. La famosa sera in cui sono circolate le bozze del governo che avrebbe imposto la chiusura totale, la notte della stazione di Milano presa d'assalto da chi era a caccia dell'ultimo treno per tornare al sud. Il 7 marzo la provincia di Belluno è stata l'unica del Veneto ad avere un incremento di traffico rispetto al mese di gennaio. Un +2 per cento a fronte del -12 registrato a Padova e Venezia. Belluno era rimasta fuori dalla zona rossa. Entrando più nel dettaglio di quel 7 marzo si scopre che tra i comuni della provincia in cui ci sono stati più spostamenti c'è Cortina, con un più quarantadue per cento rispetto a dicembre. Un dato che secondo alcuni racchiude la chiave della diffusione del contagio nella Conca. «Mentre molti affollavano la stazione di Milano per tornare a casa al sud qualcuno ha messo in moto il suv per andare a Cortina». Un'ipotesi che non trova conferma nei fatti. Chi si è trovato a percorrere l'autostrada del Fadalto la sera del 7 marzo ha assistito ad una vera e propria fuga. Un serpentone d'auto senza soluzione di continuità da Ponte nelle Alpi a Treviso Nord e poi giù fino a Venezia. Un traffico tale da far perdere di vista qualche possibile auto in senso opposto guidata da chi ha intravisto nella quarantena la possibilità di starsene tranquillo in montagna.
NEI GIORNI SEGUENTI
Ma il quadro diventa ancora più interessante nei giorni seguenti. Pasqua e Pasquetta, per esempio, raccontano di una provincia ligia alle direttive. Crollo degli spostamenti (sempre rispetto a gennaio) compreso tra il 92 e l'80 per cento. E il martedì dopo Pasqua, quando le fabbriche hanno riaperto? Il contatore se ne è ovviamente accorto. Si passa dal -92 al meno -60, un incremento di traffico che supera il 30 per cento in 24 ore. Venerdì scorso i numeri raccontano di un traffico aumentato invece del trentadue percento rispetto alla settimana precedente. Insomma: il lockdown sembra destinato a diventare in fretta un ricordo distante. Chissà se sarà così anche per la privacy.
Andrea Zambenedetti
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