IL BILANCIO
VENEZIA Non è la luce in fondo al tunnel, ma è già

Domenica 5 Aprile 2020
IL BILANCIO
VENEZIA Non è la luce in fondo al tunnel, ma è già molto di più di una speranza.
Il bollettino delle 17 di ieri firmato Azienda Zero fotografava una situazione di calma apparente dopo una settimana in cui le troppe croci avevano offuscato le notizie positive che arrivavano dagli ospedali del veneziano e raccontavano di una stagnazione del numero dei nuovi contagiati e di una lenta, ma costante, diminuzione dei ricoveri in Terapia Intensiva. Dati cristallizzati nel rendiconto di ieri: un solo decesso, Gino Zennaro, un ultraottantenne residente in centro storico e spirato su un letto dell'ospedale Civile di Venezia, 36 nuovi positivi e altre due uscite dalle Rianimazioni, nel rispetto di un trend imboccato già da poco più di una settimana. Erano 66 le persone ricoverate nelle varie Terapie Intensive la sera di venerdì 27 marzo, scese a 52 ieri, alla stessa ora: quattordici pazienti in meno che fanno ben sperare, anche se ad abbassare il numero contribuiscono di sicuro i decessi degli ultimi giorni. Letti lasciati vuoti, sì, da chi ha perso la vita nella lotta a Covid-19, ma letti in parte non più riempiti da nuovi ricoveri.
Il pianoro più volte descritto dagli esperti è quindi stato raggiunto anche nel veneziano. Tutto sta adesso nel mantenimento di una situazione nella quale i nuovi contagi fanno sempre meno paura e contano sempre di più la continua riduzione dei posti in Terapia Intensiva.
IN RIANIMAZIONE
È l'analisi e il confronto degli stessi bollettini a fornire una sorta di lettura positiva dell'andamento del contagio da coronavirus.
Usando come punto di riferimento il bollettino emesso da Azienda Zero la sera di venerdì 27 marzo sono due i conti che balzano all'occhio. Il primo è il graduale svuotamento delle Terapie Intensive: «una buona notizia» l'ha definita l'altro giorno il direttore generale dell'Ulss 3, Giuseppe Dal Ben che ha predisposto 101 posti letto di Terapia Intensiva nel territorio dell'Ulss Serenissima. Il 27 marzo c'erano 66 persone ricoverate nelle varie Rianimazioni, e quel giorno si è raggiunto il picco degli allettati. Erano i giorni nei quali si realizzava di gran carriera la trasformazione dell'ospedale di Dolo come centro Covid del veneziano e ci si preparava all'assalto dettato dall'emergenza. Una situazione che però non si è verificata, forse grazie anche all'attuazione del lockdown e al rispetto di tutte le norme di contenimento varate dal Governo. Ad oggi, negli ospedali dell'Ulss 3 e dell'Ulss 4, da 66 pazienti ricoverati il 27 marzo, ce ne sono 52, quattordici in meno. Nessuna contagi si sono sempre mantenuti costanti con una media di 50 nuovi casi al giorno, che si sono però ridotti a tra venerdì e ieri, quando i positivi a Covid-19 sono stati rispettivamente 35 e 36. Proprio in linea con il +40 registrato il 27 marzo. A questi va ad aggiungersi il saliscendi dei ricoveri nelle varie strutture (dai 278 del 27 marzo ai 286 di ieri sera) mentre sempre ieri sono calati di quasi 100 unità le persone in isolamento fiduciario nella propria abitazione.
LA SETTIMANA PIÙ NERA
Il risvolto cupo di una settimana terribile, la peggiore vissuta dalla città e dalla sua provincia, lo raccontano ancora i numeri e il rapporto tra i due bollettini di Azienda Zero.
I veneziani morti durante la pandemia erano 58 otto giorni fa, sono diventati 96 ieri sera, a testimonianza di una progressione impressionante che ha viaggiato ad una media puramente matematica di quasi 5 decessi al giorno. Il tutto all'interno di una settimana nella quale si è toccato il record negativo di venerdì - con i suoi 9 morti -per poi scendere in preda a una vertigine fino all'unico decesso di ieri sera. In mezzo, gli otto morti di lunedì e i sei di mercoledì.
«È una malattia che mi preoccupa in ogni suo aspetto perché non conosciamo nulla di lei - erano state la parole usate venerdì da Dal Ben nel trarre il bilancio della settimana - Dobbiamo continuare a rispettare le misure che sono state prescritte dalle autorità».
I SINDACATI
Sul fronte sindacale, ieri la Cgil, la Uil e Anaoo, ha diffuso un comunicato per cercare di ridurre le distanze con l'Ulss che ha deciso di sospendere momentaneamente il tavolo sindacale dopo la diffusione di alcune notizie, tra le quali l'ipotesi sostenuta dal direttore dell'ospedale Civile, Massimo Girotto, secondo cui la presenza del Carnevale possa aver influito sui primi contagi a Venezia. «La scelta del confronto assunta nell'Ulss Serenissima ha pagato e per questo abbiamo già più volte riconosciuto alla Direzione Generale di aver avuto il coraggio di affrontare I problemi coinvolgendo i lavoratori - recita il comunicato - Solo il confronto può farci uscire da questa emergenza. La scelta di interrompere il confronto non può in alcun modo essere ricondotta alle parti sindacali ma è evidentemente frutto di altre logiche che poco c'entrano con il merito di questa emergenza. Noi al centro mettiamo solo e soltanto la salute dei lavoratori, dei cittadini e l'obiettivo di riuscire ad uscire il prima possibile da questa emergenza».
Nicola Munaro
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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