IL BILANCIO
VENEZIA E adesso il fronte che preoccupa di più nella guerra

Venerdì 3 Aprile 2020
IL BILANCIO
VENEZIA E adesso il fronte che preoccupa di più nella guerra senza quartiere a Covid-19, è quello delle case di riposo.
Due delle sette vittime veneziane di ieri erano ospiti in una residenza per anziani e una di loro, Eulalia Rutter, 90 anni di San Michele al Tagliamento, da tempo ospitata alla Francescon di Portogruaro, in casa di riposo è anche spirata. Due casi che non sono isolati e si aggiungono a quello di Fiorella Tiozzo Tonon: l'ottantaseienne di Chioggia morta mercoledì a Dolo era stata la prima ospite del centro anziani Casson di Chioggia colpita da coronavirus. Una storia simile, la sua, a quella di Liliana Marchi, 93 anni, morta l'1 aprile: originaria di Marghera era da qualche tempo residente nella casa per anziani di Mira prima di essere ricoverata all'ospedale di Dolo dove un tampone certificava la positività a Covid-19, insieme ad un altro ospite della casa di riposo, anche lui ricoverato nello stesso nosocomio. La dimensione di quanto la situazione delle residenze per anziani sia arrivata vicina al punto di ebollizione è tutta nel freddo raffronto tra i numeri: fino a lunedì, nel territorio dell'Ulss 3 (che ha bandito una campagna da 5mila tamponi destinati alle case di riposo) erano soltanto due i decessi con o per coronavirus di ospiti delle residenze: un caso riguardava un paziente arrivato dalla Anni Azzurri di Quarto d'Altino e uno dalla Adele Zara di Mira. Ieri sono stati segnati diciotto nuovi casi alla casa di riposo di Fiesso D'Artico a cui aggiungere altre dodici operatori del Centro Nazaret di Mestre in isolamento domiciliare a casa.
LA GIORNATA
Lo specchio delle ultime ventiquattro ore veneziane nell'era coronavirus è arrivato come sempre dall'analisi di Azienda Zero. Un bollettino che ha visto registrati altri sei decessi (a sette ci si arriva con la croce di Eulalia Rutter della Francescon, non contata nello scorporo dei vari ospedali veneziani). Quattro i decessi di ieri: quello di Giancarlo Busato, 75 anni di Favaro (è il quinto decesso del quartiere e la cosa inizia a preoccupare), spirato a Dolo; di Vladimiro Mazzucato, 73 anni di Oriago di Mira, morto a Dolo; di L. S., 94 anni di Chioggia, deceduta a Dolo; e di Antonio Medici, 85 anni di Marcon, morto all'ospedale dell'Angelo. Sono deceduti l'1 aprile (ma sono stati registrati in tabella solo ieri) Ugo Frate, 86 anni di Mestre, morto all'Angelo e proprio Liliana Marchi, spirata a Dolo. Con le loro, senza contare il decesso di ieri in casa di riposo, salgono a 86 le morti dallo scoppio della pandemia.
In ripresa anche il numero dei contagi che con i 66 registrati ieri, arrivano a quota 1.308: al momento di positivi a Covid-19 sono però 1.114 persone. Le buone notizie arrivano come sempre da qualche giorno dal numero dei pazienti guariti (arrivato a 123, +6 rispetto a ieri) e dal calare continuo, seppur lento, degli uomini e delle donne ricoverate in ospedale, scese a 293. In diminuzione anche i pazienti in Terapia Intensiva che, calando di altre due unità, scendono a 55 posti letto occupati nel territorio dell'Ulss 3 Serenissima: mai così pochi da quando, a metà marzo, la curva aveva iniziato a salire in maniera vertiginosa.
«Nei giorni scorsi abbiamo chiesto un tavolo di monitoraggio con Ulss, sindaci e Ipab e diventa sempre più urgente farlo - fa sapere il segretario generale di Venezia di Fp Cgil, Daniele Giordano - Siamo molto preoccupati per l'aumento dei casi nelle IPAB e riteniamo sempre più necessario l'avvio di questa cabina di regia oltre al sostegno a quei lavoratori e lavoratrici che sono in prima linea in questi centri servizi. L'Ulss si è impegnata a monitorare quotidianamente la situazione» anche attraverso la campagna di tamponi a ospiti e sanitari.
LE STRUTTURE
Mentre si è in attesa che il macchinario arrivato nel laboratorio di Mestre possa essere messo in funzione per l'analisi dell'immensa mole di tamponi fatti (il problema è la mancanza di reagenti) le strutture ospedaliere si stanno organizzando per reggere le settimane cruciali dell'assalto. Con Chioggia che rimane come ospedale di riserva, a Dolo sono stati completati ieri i 35 letti di Terapia Intensiva di quello che è diventato l'ospedale Covid per volere della Regione. Mentre a Noale si stanno accogliendo i pazienti in lungodegenza al 3° piano. È stata svolta un'attività in collaborazione con il Distretto per cercare di sistemare i pazienti che hanno bisogno di ricovero in altre strutture e che erano ricoverati da tempo nella struttura noalese. Dopo l'emergenza si vedrà come ritornare nell'alveo della programmazione regionale.
Nicola Munaro
(ha collaborato
Mauro De Lazzari)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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