IL BILANCIO
VENEZIA Centinaia di contagi producono decine e decine di ricoveri

Venerdì 26 Marzo 2021
IL BILANCIO
VENEZIA Centinaia di contagi producono decine e decine di ricoveri che portano a decine di posti letto occupati in Terapia intensiva, mandando in sofferenza il sistema sanitario. Un mantra, in quest'anno di pandemia, che si ripete ciclico. È successo nella primavera 2020, si è rivisto tra novembre e dicembre e sta per accadere di nuovo ora.
Insomma, ci risiamo. «Da lunedì tutte le attività non urgenti verranno sospese e arriveremo a toccare i 100 posti letto di Terapia intensiva nell'Ulss 3. Consideriamo che arriveremo, in regione, oltre a 300 posti occupati: normale che si blocchi il sistema». Il dottor Paolo Rosi è direttore del 118 di Venezia e del Dipartimento regionale del Suem e mentre annuncia la chiusura imminente degli ospedali dell'azienda Serenissima («stiamo entrando nella Fase 4», dice) ha davanti a sé uno schermo con tutti i numeri della terza ondata di coronavirus, nel Veneziano e in regione. «Le stime non possono andare oltre a una settimana di previsione - continua - Noi speriamo di ridurre i ricoveri con le chiusure e le vaccinazioni ma siamo pronti anche allo scenario peggiore: a dicembre l'abbiamo sfiorato e speriamo anche in questo giro di tenerci sotto». Intanto però le strutture chiudono a tutto ciò che non è urgenza: stop alle visite, agli ambulatori, agli interventi programmati «per patologie non tempo dipendenti». Garantita la chirurgia oncologica, ma solo quella urgente. «Viene annullato tutto quello che serve per liberare personale e letti per il Covid, contando che serve personale sanitario per le vaccinazioni. L'unico vantaggio - aggiunge il dottor Rosi - è che non abbiamo personale sanitario positivo grazie alla vaccinazione, ma il carico di lavoro è molto elevato».
I POSTI LETTO IN RIANIMAZIONE
La base di partenza, sempre i 54 posti letto di Terapia intensiva spalmati sugli ospedali del Veneziano in condizioni di normalità sanitaria. Nell'ultima settimana sono stati aggiunti altri 10 letti «e di attivi, al momento, ne abbiamo 88 mentre nei prossimi giorni arriveremo a più di 90 - fa sapere il direttore del 118 - L'aumento è stato abbastanza ripido, più o meno come quello di dicembre dell'anno scorso e continua verticale negli ultimi giorni». Unica differenza tra chi quei posti letto li occupa è l'età. Spariti gli ultraottantenni e i grandi anziani colpiti nelle prime due ondate, ora l'età si è abbassata anche nel Veneziano. Le due fasce più colpite sono quella tra i 70 e gli 80 anni e quella tra i 60-70: ciascuna rappresenta il 37% dei ricoverati con i sessantenni che sono aumentati di circa il 10% rispetto a un anno fa. Il 16% degli ospedalizzati è composto da cinquantenni mentre sotto i 50 anni c'è un 7%. «La vera preoccupazione è la crescita rapida di questi posti occupati in Terapia intensiva. Finché non si vaccina, la diffusione del virus riprende non appena ci sono le riaperture. Ne usciremo - conclude il dottor Rosi - quando la vaccinazione andrà a coprire le fasce fragili che ora sono i sessantenni. Ma fino ad allora sarà dura».
IL FRONTE ORIENTALE
Sull'attenti anche il Veneto orientale. Ieri infatti l'Ulss 4 ha annunciato l'apertura di una nuova sezione di Malattie infettive dell'ospedale di Jesolo, la Covid4. Da ieri quindi il Covid hospital di Jesolo ha una disponibilità di 96 posti letto di Malattie infettive di cui 68 occupati, a questi si aggiunge la disponibilità di 12 posti letto di Terapia intensiva di cui 11 sono occupati. Altri 11 pazienti infetti sono infine ricoverati allo Stella Marina di Jesolo.
In fatto di contagi ieri sono o state rilevate 109 nuove positività (contro le 102 di mercoledì) con un trend giornaliero che continua ad essere altalenante. In tutto sono 1.358 le persone positive nel Veneto orientale, così divise comune per comune: 49 ad Annone Veneto, 66 a Caorle, 51 a Cavallino-Treporti, 18 a Ceggia, 21 a Cinto Caomaggiore, 46 a Concordia Sagittaria, 64 a Eraclea, 25 a Fossalta di Piave, 90 a Fossalta di Portogruaro, 28 a Gruaro, 221 a Jesolo, 16 a Meolo, 55 a Musile di Piave, 26 a Noventa di Piave, 131 a Portogruaro, 44 a Pramaggiore, 206 a San Donà di Piave, 56 a San Michele al Tagliamento, 107 a San Stino di Livenza, 26 a Teglio Veneto e 22 a Torre di Mosto.
LA GIORNATA DI IERI
La preoccupazione che nelle direzioni generali delle sue Aziende sanitarie del Veneziano si fa plastica con la riapertura di nuovi spazi Covid e la chiusura, per quanto riguarda l'Ulss 3, di tutte le attività non urgenti a partire da lunedì prossimo, è messa nero su bianco dal bollettino quotidiano compilato da Azienda zero sulla scorta dei numeri mandati alla direzione centrale dalle Ulss del territorio.
Anche ieri il capitolo chr riguardava l'area del territorio metropolitano di Venezia ha restituito dati da tenere bene in attenzione.
I nuovi casi sono stati 391, ed è la seconda variazione giornaliera più significativa da quando è ripreso il diffondersi della pandemia. Con i quasi quattrocento nuovi contagiati, salgono così a 6.130 gli attualmente positivi, riportando l'orologio del coronavirus indietro di più di un mese, fino a inizio febbraio. Di conseguenza i casi totali da inizio pandemia schizzano a 60.946. Forte però la preoccupazione per i ricoveri, vero punto di caduta dei tanti contagi di questi giorni e delle settimane precedenti la chiusura in zona rossa del Veneto e del Veneziano. A ieri, con 8 nuovi ingressi in ospedale, i letti occupati tra Ulss 3 e Ulss 4 sono saliti a 310, un centinaio in più rispetto a dieci giorni fa. Sale anche il totale dei ricoverati in Terapia intensiva: 36 (+2) il saldo alle 17 di ieri. Numeri che così alti non si vedevano dal 25 gennaio scorso.
Inesorabile anche l'avanzata del pallottoliere al capitolo dei decessi: nella giornata di ieri ce ne sono stati altri 4, che hanno portato a 1.795 le croci complessive sul calvario della pandemia da coronavirus.
Nicola Munaro
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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