Il 2020 fa paura: «Stato d'emergenza? Eventi a rischio»

Domenica 12 Luglio 2020
Il 2020 fa paura: «Stato d'emergenza? Eventi a rischio»
IL CONTRASTO
PORDENONE Non è ancora possibile ottenere dei dati credibili per quanto riguarda il 2020. Sono a disposizione solo le sensazioni, che al massimo si possono trasformare in proiezioni. In ogni caso niente di buono, perché la mazzata del lockdown si è sentita anche dove - come a Pordenone - si partiva da situazioni di crescita pluriennale. E lo stesso sindaco che è stato in grado di raccontare la storia di una città rampante ora deve fare i conti con un semestre - il prossimo - da montagne russe. E il fattore che preoccupa di più è quello del possibile impoverimento medio dei cittadini, che causerebbe quasi automaticamente un aumento della pressione sul sistema dell'assistenza sociale del Comune. Il tutto in una seconda metà di anno nella quale a mancare saranno proprio le risorse correnti, cioè i soldi freschi e veri che servono a pagare gli aiuti chiesti dai residenti. «La contrazione dei trasferimenti a beneficio del Comune - è certo Alessandro Ciriani - ci sarà. E a soffrire sarà soprattutto la parte corrente del bilancio». Si potrà investire, perché lo choc di liquidità non intaccherà la capacità di contrarre mutui a, ma il rischio è quello di non riuscire a rispondere ai bisogni più urgenti dei cittadini. «Sono particolarmente preoccupato per le ricadute sociali della crisi - ammette il primo cittadino -. Ci saranno persone che busseranno alla nostra porta per ottenere aiuti, e noi ci troveremo in sofferenza sul piano delle risorse immediatamente disponibili».
Meno timori, invece, per quanto riguarda il settore della casa e più in generale del mercato immobiliare. «È probabile - afferma Ciriani - che il comparto sia l'unico o perlomeno uno dei pochi a non subire particolari contraccolpi in seguito all'emergenza sanitaria e alla quarantena».
IL RISCHIO
Martedì il governo Conte andrà in Senato. La relazione del ministro della Salute, Roberto Speranza, farà da preludio alla richiesta di proroga dello stato di emergenza almeno sino al 31 dicembre. E su questo punto la previsione del sindaco non è fosca, ma nera. «Se dovesse essere prorogato lo stato d'emergenza - è l'allarme - per il turismo e gli eventi sarebbe il baratro». Rimarrebbero infatti in vigore le stesse norme attuali, cioè quelle che di fatto hanno tagliato sagre e manifestazioni, oltre ad allontanare il turismo estero che si affacciava alla scoperta di Pordenone. «Il rischio - ammette Ciriani - è quello di un altro rinvio, della cancellazione anche degli eventi inizialmente spostati all'autunno. Sarebbe un quadro di assoluta gravità per tutto il nostro territorio».
L'OPPORTUNITÀ
Si potrà investire, si diceva. La programmazione non andrà necessariamente a spegnersi. «Proprio in questo momento - illustra il sindaco - sono a disposizione diversi fondi europei a cui si può attingere. Sfrutteremo ogni singola occasione per poter garantire alla città la capacità di programmare il suo futuro. Abbiamo esperienza in questo campo e intercettare i finanziamenti comunitari diventerà la chiave per poter fare tesoro dei quattro anni di crescita e non subire un contraccolpo eccessivo in questo sfortunato 2020».
M.A.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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