I TIMORI
BELLUNO «Se rallenteranno le consegne dei vaccini, purtroppo rallenteremo

Lunedì 18 Gennaio 2021
I TIMORI
BELLUNO «Se rallenteranno le consegne dei vaccini, purtroppo rallenteremo le chiamate». È legittima la preoccupazione del direttore del Dipartimento di Prevenzione Sandro Cinquetti. Nelle prossime settimane la campagna vaccinale subirà una frenata ma le proporzioni di questo rallentamento sono ancora ignote. Si sa, però, che il Veneto riceverà il 53% in meno delle dosi di vaccino previste per questa settimana. Nella stessa barca anche Trentino Alto Adige (-58%), Friuli Venezia Giulia (-54%) ed Emilia Romagna (-51%): queste le Regioni che perderanno più dosi. Al di là dei motivi che hanno spinto l'azienda farmaceutica statunitense a ridurre le quantità di vaccino all'Italia, è importante capire come reagiranno le varie Regioni e quindi le varie Usl. L'azienda sanitaria di Bologna, ad esempio, ha sospeso le prenotazioni. In parallelo ha rallentato e riproporzionato la campagna vaccinale in base alle scorte. E a Belluno cosa succederà? «Noi non abbiamo un sistema di prenotazione spiega il dottor Cinquetti L'offerta vaccinale è attiva (non passiva come a Bologna) attraverso la convocazione di categorie di persone secondo il Piano Vaccinale. Se accadrà ciò che è stato preannunciato dovremo rallentare tale processo». Dopo medici di famiglia, operatori del 118, ospedali e case di riposo, ieri è stato il turno di farmacisti, dentisti e altri operatori privati della sanità. Vaccinate circa 500 persone che portano la totalità dei bellunesi che hanno ricevuto la prima dose ad oltre 6mila teste. Nel frattempo hanno completato il ciclo vaccinale i 40 medici, oss e infermieri che avevano partecipato alla giornata simbolica del 27 dicembre. Per la fine di gennaio l'Usl Dolomiti prevede la copertura vaccinale parziale di tutti i suoi distretti, comprese anche le ditte esterne che operano all'interno dell'azienda sanitaria. Poi si passerà agli anziani con più di 80 anni (nella modalità già sperimentata con i medici di base) e ai lavoratori dei servizi essenziali (forze dell'ordine, insegnanti, donatori del sangue, etc.). Per quest'ultima categoria non sono escluse altre giornate drive-in. Infine si passerà al resto della popolazione, dai più anziani ai più giovani. Tutto è già stato programmato. Rimane l'incognita sui tempi che è legata alla quantità di vaccino disponibile. Che, a sua volta, dipende dai capricci dell'azienda farmaceutica statunitense e dalla seconda dose che ormai 6mila bellunesi stanno aspettando. Problemi che potrebbero essere risolti dall'arrivo di altri vaccini. Ad esempio quello prodotto da Moderna, già approdato in Italia ma non ancora somministrato ai cittadini.DP
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