I SALVATORI
BELLUNO La salvezza è possibile. Ma da qui a renderla certa,

Sabato 22 Settembre 2018
I SALVATORI
BELLUNO La salvezza è possibile. Ma da qui a renderla certa, ne passa. Intanto il Nevegal resta nel limbo. Perché adesso tutto dipende dal gioco incrociato tra Comune e Alpe. La tavola è apparecchiata per poter cenare tutti insieme (e per continuare a sciare sul Colle).
Ma rimane da capire se i commensali si sederanno a tavola. L'impressione è che le promesse di Palazzo Rosso e soprattutto la raccolta fondi avviata dalla Pro Loco Pieve Castionese abbiano messo l'Alpe con le spalle al muro. Ma la decisione finale è ancora lontana. La fumata bianca potrà arrivare a ridosso della scadenza del 30 settembre: difficilmente arriverà prima; molto difficilmente arriverà lunedì, quando è convocata l'ennesima riunione di una querelle che va avanti ormai da tempo. Il Nevegal (operatori, associazioni, proprietari di seconde case) aspetta.
L'INIZIATIVA
Ad imprimere l'accelerazione più forte verso la soluzione possibile è stata la Pro Loco Castion. Con un autentico trucco di magia. Una mossa di concretezza in un mare di accuse, rimandi di responsabilità e speranze ammantate di chiacchiere. Giovedì sera, nel corso dell'ultima riunione con tema Nevegal, il presidente della Pro Loco ha lanciato un'idea che in realtà era già diventata realtà. Perché la raccolta fondi non è piovuta dal nulla, ma è arrivata all'incontro operatori-sindaco-Alpe già costruita. Soprattutto accompagnata da un conto corrente già aperto, da un sito internet che promuove l'iniziativa. E con 2.018 euro già disponibili per l'apertura degli impianti.
A PROVA DI GENEROSITÀ
Poca cosa? Forse. Perché l'interesse attorno alla raccolta fondi sta crescendo a vista d'occhio. «Siamo contenti dopo l'esordio di giovedì sera - dice Maurizio Fontanelle, presidente della Pro Loco Pieve Castionese -. Davanti a tante parole, abbiamo cercato di fare qualcosa di concreto. E vedo che può funzionare, perché il Nevegal gode dell'affetto di tanti. Io ho imparato a sciare lì, mio figlio pure, e così è per moltissimi altri bellunesi e non solo. Vedo e sento un bel riscontro. Sono curioso di vedere come risponderanno i bellunesi e gli appassionati del Nevegal. Questa è l'occasione per misurare l'affetto nei confronti del Colle».
LA SOTTOSCRIZIONE
Già, è l'occasione buona. Ma funzionerà? «Non sappiamo come andrà a finire, ma stamattina (ieri mattina per chi legge, ndr) sono arrivati i primi versamenti - continua Fontanelle -. E domenica (domani, ndr) con Orti in piazza, potremo promuovere l'iniziativa. Nel conto preferirei trovare mille versamenti piccoli piuttosto che dieci versamenti grossi. Serve una partecipazione corale, come segno dell'affetto di tanti. Ricordo a chi vuole darci una mano che l'Iban è IT61W 05856 11901 092571 401928. Il conto è intestato alla Pro Loco Pieve Castionese; la causale è pro Nevegal. Nel caso in cui, nonostante la cifra raccolta, gli impianti dovessero restare comunque chiusi, ci impegniamo a restituire il versamento a chi l'ha fatto; oppure a utilizzarlo comunque in Nevegal, dopo averne parlato con i sottoscrittori. Al momento comunque non voglio pensare a questa eventualità».
IL FUTURO
Al di là dell'operazione salvezza per la stagione invernale 2018-2019, la Pro Loco Castionese ha già cominciato a buttare lo sguardo in avanti. Al futuro. Perché in Nevegal c'è futuro. «Il Colle ha potenzialità enormi: si tratta solo di valorizzarle e sfruttarle» dice Fontanelle. Che pensa all'incontro di lunedì a Palazzo Rosso come all'occasione per cominciare a parlare di strategie. «Oggi il Nevegal è prigioniero del passato. Ma è una visione ossidata che impedisce di guardare qualcosa di diverso - continua Fontanelle -. Serve un salto di prospettiva. Noi speriamo dai prossimi giorni di poter già guardare oltre, di pensare da qui ai prossimi dieci anni. Nel 2034 scade la vita tecnica degli impianti. Quella data arriva prima o poi, non possiamo non pensarci. Dobbiamo programmare fin da subito. Il primo traguardo da raggiungere è quello del mantenimento degli impianti. Poi bisogna pensare alla ricettività, in modo da non avere solo escursionisti e turisti mordi-e-fuggi. Servono idee e serve condivisione. Il Nevegal non può essere solo sulle spalle del Comune, o dell'Alpe o degli imprenditori: ha bisogno di una governance forte e condivisa».
Damiano Tormen
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