I NUMERI
BELLUNO È noto a tutti che durante il lockdown si è verificata

Sabato 24 Ottobre 2020
I NUMERI
BELLUNO È noto a tutti che durante il lockdown si è verificata un'impennata di morti nella fascia degli over 65. Ma è stata davvero colpa del covid? Lo studio eseguito da Elena Di Gregorio (Spi Cgil), Vanna Giantin (Fnp Cisl) e Fabio Osti (Uilp Uil), analizzando i dati dell'Istat e dell'Istituto superiore di sanità, ha delineato un quadro inaspettato. Da marzo a maggio, in Veneto, il numero di decessi tra gli over 65 è aumentato del 23% rispetto allo stesso periodo del 2019 (+10% nel Bellunese), con circa 2mila morti in più.
L'IMPENNATA
Un incremento repentino ed esponenziale in forte contrasto con il dato di inizio anno in cui si era registrato addirittura un calo del 14%. Eppure tra quei 2mila morti dei mesi successivi solo l'8% aveva il covid. Secondo i sindacati quindi non ha influito solo il virus ma anche, e soprattutto, il «blocco della sanità ordinaria che ha impedito qualunque accesso a visite diagnostiche, specialistiche e agli screening». L'aumento è evidente anche in provincia di Belluno. Nel trimestre marzo-aprile-maggio 2019 i morti over 65 erano stati 395. Quest'anno sono saliti a 433, cioè +10%.
NEL TERRITORIO
Alcune comuni più di altri: Canale d'Agordo è passato da 1 a 6 (+500%), Cortina da 13 a 21 (+62%), Lozzo di Cadore da 2 a 7 (+250%), Pedavena da 12 a 34 (+183%). Ce ne sono stati alcuni, come San Pietro di Cadore, Feltre, Cesiomaggiore e Comelico superiore, in cui si è verificata la tendenza opposta, cioè meno morti rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Tuttavia il bilancio totale rimane negativo. «L'impennata di decessi fra gli over 65 in Veneto a partire da marzo 2020 è ancor più evidente se si considera che a gennaio-febbraio il trend era negativo rispetto allo stesso periodo del 2019» spiegano i sindacati. In effetti, anche a Belluno, i primi due mesi dell'anno hanno registrato il 43% in meno di morti rispetto al 2019. Poi la curva è schizzata verso l'alto stampando un +10%. Colpa del covid come virus o dei suoi effetti? Lo studio non lascia spazio a dubbi.
IL CONFRONTO
Gli over 65 morti con il covid sono stati appena l'8% del totale. «Anche se è molto probabile chiariscono i sindacati che gli anziani morti per o con covid siano molti di più, perché non sono stati eseguiti i tamponi su tutti i decessi nel periodo critico, questa ricerca conferma con i numeri una cosa che finora si supponeva, e cioè che il blocco della sanità ordinaria ha favorito l'aggravarsi di malattie preesistenti e la mancata diagnosi tempestiva di altre». Quindi l'impennata è imputabile sia al virus sia alla mancanza di cure adeguate dovuta al blocco delle prestazioni ordinarie e alla saturazione delle terapie intensive. È questa paralisi, conseguenza della diffusione del covid, che secondo i sindacati ha causato più danni del virus stesso. Il grido d'allarme di Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil vuole richiamare l'attenzione di tutti affinché vi sia una tutela maggiore degli anziani. Soprattutto ora che la situazione sembra dover precipitare da un momento all'altro, con alcuni presidenti di regione (ieri è stato il turno di Vincenzo De Luca) che invocano la chiusura totale.
ATTENZIONE ALTA
«Se il Covid come malattia si evita in primo luogo adottando ciascuno comportamenti responsabili continuano i sindacati la Regione deve mettere in campo ogni risorsa contro l'effetto Covid, affinché i cittadini non restino senza presidi sanitari di riferimento per curarsi. In primavera eravamo impreparati. Una cosa del genere ora sarebbe ancora più inaccettabile». E concludono: «Suggeriamo di tenere la massima attenzione su ciò che potrà accadere nelle prossime settimane perché la scorsa primavera l'impennata dei contagi e dei morti da un mese all'altro è stata impressionante e ingestibile».
Davide Piol
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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