I NUMERI
BELLUNO Due morti e 60 nuovi positivi. È il bilancio tragico delle

Martedì 20 Ottobre 2020
I NUMERI
BELLUNO Due morti e 60 nuovi positivi. È il bilancio tragico delle ultime 24 ore in provincia di Belluno. La sensazione che tutto, ancora una volta, stia sfuggendo di mano emerge in modo chiaro non solo dai grandi numeri giornalieri ma anche dal fatto che, un po' alla volta, vengano riattivati i reparti covid usati a marzo per gestire l'emergenza. Come, ad esempio, quello nella Casa di riposo di Cavarzano a Belluno che ospiterà 6 positivi. A questo dato si aggiungono le sempre maggiori richieste di tampone molecolare da parte dei medici di base che l'azienda sanitaria fatica a gestire. Numeri alla mano i nuovi positivi continuano a crescere. Sessanta nelle ultime 24 ore, di cui 32 provenienti dal «noto focolaio (così lo definisce l'Usl ndr) Comelico-Cadore-Ampezzano» e le restanti sparse per la provincia. I ricoveri rimangono stabili a 55 (domenica erano 56). Ce ne sono 32 a Belluno (30 in area non critica e 2 in terapia intensiva), 17 a Feltre e 6 nell'ospedale di comunità di Alano. Ma è un numero viziato dai due decessi di questi giorni: una 95enne e un 80enne che erano ricoverati in Malattie infettive a Belluno. Quindi, stando ai numeri forniti dall'azienda sanitaria, c'è stato un nuovo ricovero.
REPARTO RIAPERTO
Ieri Sersa ha riaperto il reparto covid negli spazi del Centro diurno accogliendo sei pazienti positivi della casa di riposo di Ponte nelle Alpi. «La situazione del territorio non ci conforta ha spiegato il direttore generale di Sersa, Paolo Piazza così come la presenza di focolai in strutture per anziani intorno a noi. Siamo convinti che la risposta possa venire soprattutto da un sistema di assistenza e di aiuto». La struttura di Cavarzano è in grado di isolare in totale sicurezza le persone positive al covid e assicurare l'assistenza necessaria. «E' una scelta complessa, difficile, forse anche contestabile ha continuato Piazza ma nasce dalla consapevolezza che siamo tutti impegnati, enti pubblici e privati, operatori, infermieri e medici, personale amministrativo di supporto a sostenere chi in questo momento ha più bisogno». Accanto all'elevato numero di nuovi positivi c'è un altro dato che preoccupa l'Usl 1 Dolomiti. Riguarda le mail ricevute ogni giorno dai medici di base sono 133 in totale per la richiesta del tampone molecolare a pazienti che hanno manifestato sintomi simil-covid o che hanno eseguito il test rapido in privato e sono risultati positivi. Ovviamente la procedura è giusta. Ma, dall'altra parte della barricata, ossia negli ospedali, manca personale sanitario e quello in servizio non riesce a stare al passo con i ritmi essendo impegnato sia nell'attività ordinaria sia in quella straordinaria per covid.
SISTEMA CONGESTIONATO
Risultato: si allungano i tempi di risposta dell'azienda sanitaria. «Attualmente spiegano fonti interne Non abbiamo nemmeno la forza di prendere in carico 60 positivi al giorno». Questo perché ogni positivo deve essere contattato da un operatore per i dati personali, i luoghi visitati e soprattutto le persone con cui potrebbe essere venuto in contatto (sono circa 150 in media). L'Usl 1 Dolomiti è al lavoro per trovare un sistema dove convogliare in modo diverso le richieste dei medici di base. Drive-in. In questi giorni, l'azienda sanitaria ha attivato un punto tamponi allo stadio del Ghiaccio di Cortina solo per persone indirizzate al tampone di verifica dal Dipartimento di Prevenzione perché contatti di caso positivo. Da domani, inoltre, il drive-in tamponi per l'agordino sarà spostato da Caprile ad Agordo, piazzale Tamonich, con accesso libero per bambini, ragazzi e adulti sintomatici del mondo della scuola e per coloro che rientrano dall'estero, il lunedì, mercoledì e venerdì dalle 17 alle 19.
Davide Piol
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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