I militari dell'Aves Rigel misurano la febbre in ospedale

Lunedì 1 Giugno 2020
I militari dell'Aves Rigel misurano la febbre in ospedale
LA SICUREZZA
PORDENONE Misurano la temperatura all'ingresso dell'ospedale ed evitano che si formino assembramenti. Sono i militari del V Rigel, di stanza a Casarsa e che dipendono dal Centro interforze di Padova, che da lunedì hanno preso servizio al Santa Maria degli Angeli e che probabilmente continueranno a svolgere queste mansioni sino a quando l'emergenza sanitaria non sarà terminata. Una decina, i soldati che, dalle 7.30 alle 16.30, presidiano (a turno) gli accesi dell'ospedale. Il loro compito? Misurare la temperatura di chi, in macchina, accede direttamente ai padiglioni ed evitare che all'ingresso si formino assembramenti o code. Lo stesso avviene per il Pronto soccorso. I militari del V Rigel erano quelli che, inizialmente, erano addetti alla sicurezza all'aeroporto Marco Polo di Venezia. Con il fermo del traffico aereo, alcuni di loro sono stati dirottati proprio all'ospedale di Pordenone. Come detto, misurano la febbre a pazienti e al personale medico-sanitario. E se la temperatura supera i 37.5 gradi? La persona viene fatta scendere dall'auto e affidata a personale specializzato. Garantiscono anche una forma di sicurezza. Nei giorni scorsi per un paziente che non voleva indossare la mascherina è stata fatta intervenire la polizia. Intanto le organizzazioni sindacali della sanità pubblica hanno partecipato ad una videoconferenza con l'Azienda sanitaria. «La Direzione Generale - sottolinea Daniela Antoniello, responsabile territoriale della sanità di Pordenone per la Cisl Fp - dichiara di essere concentrata sul fare e sulla risoluzione continua degli importanti problemi gestionali con cui si trova a confrontarsi» Tra i tanti argomenti affrontati, il più spinoso è stato quello relativo alla mancanza del personale. «Abbiamo chiesto - afferma Antoniello - una ricognizione del personale precario cui la direzione ha inviato la lettera di dimissioni per scadenza naturale di contratto, chiedendo l'applicazione della stabilizzazione: nessuna risposta positiva. Nonostante ci sia estrema carenza di personale. Si rileva, quindi, come si sia adottata una miope visione occupazionale da parte dell'azienda nel rispondere alle reali esigenze degli organici che devono operare nelle strutture ospedaliere e territoriali. Si lamenta nello specifico come il carico di lavoro che ogni giorno il personale deve affrontare risulta insostenibile e fonte rischiosa di aumento esponenziale del rischio per stress-lavoro correlato. Segnaliamo, inoltre, gravoso e non plausibile l'elevato numero ore straordinarie e di giorni di ferie arretrate accumulate negli ultimi anni dal personale».
Alberto Comisso
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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